Catania – L’ex palazzo delle Poste, struttura destinata a diventare la nuova cittadella giudiziaria, sarà interamente demolito. L’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, ha ricevuto la relazione tecnica dalla ditta incaricata di svolgere tutte le indagini geologiche e geognostiche sull’enorme edificio, comprese le prove antisismiche e quello che fino a qualche giorno fa era ancora una indiscrezione – da noi già pubblicata una decina di giorni fa – è diventata realtà. La relazione spiega che non esistono i presupposti perché l’ex sede delle Poste catanesi possa essere ristrutturata e al contrario si invita alla totale demolizione della struttura ormai deteriorata dal tempo e dall’incuria.
La conferma arriva dallo stesso assessore Falcone che in questi ultimi anni, su disposizione del governatore Nello Musumeci, ha seguito passo dopo passo l’iter in sinergia con il presidente di Corte d’appello del Tribunale, Giuseppe Meliadò. «Venerdì abbiamo avuto un incontro e si è deciso di procedere alla demolizione. Abbiamo già incontrato il presidente Meliadò e il capo della Procura per meterli al corrente della relazione. Adesso – ha spiegato Falcone – entro la prima settimana di agosto completeremo il progetto ed entro agosto completeremo anche il progetto di demolizione». L’assessore ha aggiunto che attraverso alcuni calcoli fatti la demolizione e la ricostruzione in toto della nuova cittadella consentirà di accorciare i tempi. «Demoliremo – ha aggiunto – tutto il complesso compresa quell’ala dove allo stato c’è ancora una agenzia delle Poste. In questo modo potremo modificare anche la viabilità della zona ampliando l’asse viario».
Il cronoprogramma prevede entro il 20 dicembre l’avvio dei lavori di demolizione che dovranno durare sei mesi e concludersi entro luglio 2020. A quel punto entro la fine dell’anno sarà completato il progetto della nuova realizzazione che dovrà essere effettuata entro 24 mesi, in tempo prima della fine della legislatura del governo Musumeci. «Vogliamo infatti inaugurare la nuova cittadella sotto il governo Musumeci. Il presidente vorrebbe tagliare il nastro inaugurale». La nuova cittadella che ospiterà totalmente tutto il Tribunale civile, porrà fine all’annosa carenza di spazi per i magistrati chiudendo il capitolo delle numerose sedi disseminate in città con un costo esoso per l’amministrazione giudiziaria. Occhi puntati all’assessorato che a questo punto avrà il compito di monitorare i prossimi passaggi: «Giovedì – ha aggiunto Falcone – sarò a Roma per ratificare il passaggio di competenze dal Provveditorato alle opere pubbliche all’assessorato alle Infrastrutture».
A dicembre dell’anno scorso il presidente della Regione, Nello Musumeci, accompagnato da Falcone, dal presidente di Corte d’Appello, Meliadò e dal sindaco Pogliese aveva effettuato un sopralluogo nell’ex palazzo delle Poste. Un anno e mezzo fa era stato lo stesso governatore a definire la realizzazione della Cittadella una priorità del suo governo. La storia della Cittadella è lunga e travagliata. L’ex palazzo delle Poste venne acquistato con fondi del ministero della Giustizia nel Duemila, ma allora l’iter per la ristrutturazione non partì mai. Nel frattempo l’edificio venne vandalizzato. Alcuni anni fa venne firmato un protocollo d’intesa tra l’ex amministrazione comunale e gli allora massimi responsabili della giustizia per destinare come sede della Cittadella l’ex ospedale Ascoli Tomaselli, destinando l’ex Poste, invece, a sede di un grande albergo. Ma l’opposizione dei giudici e dell’Ordine degli avvocati ebbe la meglio. In fine il ministero della Giustizia pose fine a qualsiasi diatriba sostenendo che nessun cambio di destinazione d’uso sarebbe stato possibile.