CATANIA. È morta a Catania Gabriella Guerini, volto storico dell’antiracket etnea. Bresciana d’origine, era arrivata in Sicilia con il padre, piccolo imprenditore, e già negli Anni Sessanta la sua famiglia era stata vittima di minacce per dei tentativi di estorsione che il papà (ex partigiano) aveva sempre respinto con forza.
Negli Anni Settanta, a Catania, aveva messo su con il marito un’azienda per la frantumazione delle rocce e lì erano inziate le prime pesanti richieste di pizzo. Ma nella Catania degli Anni Ottanta, quella dei 120 morti ammazzati l’anno, non c’era nessuno che diceva di no agli estortori. Alle prime richieste degli esattori del racket gli imprenditori si opposero denunciando tutto ai carabinieri e, nonostante danneggiamenti alle attrezzature e altri attentati intimidatori non si tirarono indietro. Solo un incendio nel ’91, mise fine all’azienda, ma non alla battaglia intrapresa da Gabriella Guerini che prima con l’Asaec e poi con l’Asaae continuò il suo impegno nell’antiracket a Catania e in provincia.
L’Asaae, l’Associazione Antiracket Antiusura Etnea, con sede a Sant’Agata li Battiati, negli anni si è costituita parte civile in 43 processi contro usurai ed estortori accompagnando in questo percorso 181 vittime.