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«Catania? E’ la città più pericolosa d’Italia», il sondaggio choc sulla sicurezza

Una rilevazione che ha coinvolto quasi 120 mila persone in tutto il paese e oltre 6 mila nel capoluogo etneo

Di Maria Elena Quaiotti |

Avete paura di effrazioni e furti in casa, di essere aggrediti o rapinati di giorno o di notte, anche a mano armata, oppure che vi rubino o danneggino l'auto?

Sono solo alcune delle domande poste negli ultimi tre anni agli utenti di Numbeo, un “database” in continuo aggiornamento e che in base alle risposte (ai sondaggi italiani hanno partecipato 119.488 persone, che su Catania si riduce a 6.807, dato aggiornato al 20 luglio scorso) ha stilato una classifica che vedrebbe Catania al quinto posto in Europa tra le città più pericolose. 

Gli altri timori sono legati alla paura di essere insultati o di divenire vittime di aggressioni fisiche per il colore della pelle, l'origine etnica, del genere o il credo religioso, senza disegnare problemi per gente che vende e usa droga, fino a quelli di corruzione e concussione. Tra le città italiane, al nono posto troviamo Napoli, al diciottesimo posto Roma, Palermo al 52esimo e Milano “solo” al 54esimo posto. A livello mondiale la classifica di Numbeo è guidata da Caracas, in Venezuela, e Catania, prima città italiana, si è piazzata al 50esimo posto, Napoli al 78esimo. 

Ricordiamo anche la classifica stilata da Il Sole 24 Ore relativo al 2021, che vedeva Catania al 22esimo posto in Italia nell'indice di criminalità calcolato in base alle denunce effettuate su precisi reati, come estorsioni, violenze sessuali, truffe e frodi informatiche, omicidi volontari e tentati omicidi, infanticidi, furti con strappi e con destrezza, di autovetture, in esercizi commerciali e abitazioni, rapine, incendi, spaccio di droga, associazione di tipo mafioso e per delinquere. 

Dunque, qual è la differenza tra sicurezza reale e percepita? Il tema sarà al centro di un prossimo incontro in Prefettura, ma intanto è Tommaso Vendemmia, segretario provinciale Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) a precisare «tra denunce ricevute e attività poste in essere siamo una tra le città più sicure, basta leggere i “mattinali” della sala operativa unica delle forze dell'ordine. Bisogna distinguere tra reati denunciati e sicurezza garantita e la sensazione di insicurezza che il cittadino può percepire e derivare da una città sporca, male illuminata, con i venditori ambulanti abusivi, i lavavetri e i senzatetto che dormono per strada, ai quali quando la città dorme spesso portiamo la colazione. Incide la scarsa presenza di vigili urbani, perché il Corpo è stato ridotto all'osso e non si è investito su questo, e sono coloro che intervengono su specifici casi come la viabilità, l'ambiente e il commercio.

La Polizia di Stato, specie dopo il Covid, sta affrontando l'escalation di episodi di violenza domestica che avvengono soprattutto nei fine settimana, oltre a interventi mirati su spaccio, pedofilia, criminalità organizzata o generica. E in città sono ancora troppe le denunce che non vengono fatte, soprattutto per le estorsioni. Catania è la seconda città, dopo Napoli, per detenzioni ai domiciliari, e il paradosso è che si rimanda a casa chi spaccia dal balcone, magari vanificando mesi di indagine, o usa violenza domestica. Mancano i servizi sociali, cresce la dispersione scolastica, servono un piano di controllo razionale tra tutte le forze dell'ordine e precise ordinanze sindacali sulla sicurezza urbana, in base alle quali far agire le forze dell'ordine». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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