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Catania e il mare, «Il masterplan sul waterfront nell’iter finale del Prg in linea con nuove norme»

Di Cesare La Marca |

Il progetto “Catania guarda il mare” si classificò al primo posto, nel 2019, nel concorso internazionale di idee promosso dal Comune per la riqualificazione del waterfront, ed è ora selezionato nell’ambito della prestigiosa Biennale di Venezia di Architettura, nell’ambito della mostra “Comunità Resilienti”, con la proiezione del video “Catania faces the sea” e un grande plastico che riproduce i 4 chilometri di costa “ridisegnati” dal masterplan dal porto a piazza Europa. Dalla selezione a oggi nulla è cambiato tra la città e il suo mare da cui è “separata” da binari, archi, traffico e cemento, e a cui volta le spalle, come del resto avviene da decenni, benché esso sia la sua principale risorsa, e d’altra parte i catanesi in attesa da oltre mezzo secolo del nuovo Prg sanno che questioni urbanistiche di tale portata richiedono molta pazienza.

Il progetto realizzato da Park Associati di Milano con diversi contributi “catanesi” (Consorzio stabile di Ingegneria R1 di San Giovanni La Punta, e i geografi dell’università etnea Luca Ruggero e Gianni Petino, di Scienze politiche, e Teresa Graziano, del Di3A, come consulenti esterni di marketing territoriale) ridisegna un equilibrato rapporto tra la città e il mare, libera e valorizza spazi di assoluto pregio urbanistico e ambientale, quattro chilometri di meraviglie tra mare e roccia lavica in parte “oscurati” da un disordinato sviluppo urbanistico.

Il masterplan punta a trasformare i rischi idraulici in opportunità, e a ricollegare gli “spazi interrotti” ripristinando una continuità urbana tra il mare e la città. Il piano prevede la trasformazione dell’ex deposito delle Ferrovie di piazza Europa in un’area mercatale ed espositiva, il complesso delle Ciminiere 2 quale sede di musei, laboratori, spazi di co-working e impianti sportivi ispirati all’acqua, con la delocalizzazione della prevista Cittadella della Giustizia vicino al Faro Biscari. La darsena del porto verrà innovata dalla realizzazione della stazione marittima. Un aspetto cruciale è quello della resilienza ai rischi idraulici, con le acque piovane utilizzate come “serbatoio energetico”, alberi, spazi aperti per la regolazione idraulica e la difesa dalle alluvioni, il Parco dell’acqua, la trasformazione del viadotto ferroviario in una promenade, il ridisegno della darsena da utilizzare come piazza urbana e, infine, un parco ferroviario di 167mila metri quadrati.

Sul masterplan e i nodi urbanistici che il nuovo Prg dovrà affrontare intervengono il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore all’Urbanistica Enrico Trantino. «I principi ispiratori della riconnessione della città con il suo mare – affermano – sono già inseriti nelle linee guida del Prg che il consiglio comunale ha approvato nell’ottobre del 2019, che sono gli stessi del progetto premiato grazie al concorso di idee promosso dall’Amministrazione comunale. Nel complimentarci nuovamente coi progettisti della Park associati per l’opportunità che offre la Biennale di Venezia di mostrare il valore del progetto agli esperti di tutto il mondo, questa straordinaria pianificazione di massima dell’area da piazza Europa al Faro Biscari è già elemento centrale dello sviluppo del nuovo strumento urbanistico. In tale ampia fascia urbana, infatti, ricadono i principali nodi e punti di contatto fra la rete ferroviaria esistente e il porto con la città, aree che rappresentano alcune delle criticità più importanti in ordine alla zona costiera. Un complesso che peraltro subirà importanti modificazioni – aggiungono Pogliese e Trantino – per via del progetto di RFI che rimuove la cintura ferroviaria e su cui dovremo valutare collettivamente anche il destino degli archi della Marina. L’occasione è propizia per annunciare inoltre, che il masterplan vincitore del nostro concorso di idee lo presenteremo alla città, congiuntamente alle attività di definizione della fase conclusiva del Prg, alla luce della nuova normativa regionale, componendo in una visione unitaria un insieme di aree industriali dismesse o residenziali degradate, vuoti pubblici, infrastrutture ferrate, ingressi della città, luoghi della villeggiatura e del “mare”, con i criteri di una disciplina pianificatoria complessiva che dopo oltre cinquant’anni il Comune si appresta a varare».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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