Catania
Catania, dehors “fuori tema” con ombrelloni e pagode nella giungla urbana
Catania – Ci sono piccoli ombrelloni che richiamano angoli di Polinesia nel cuore di Ognina, marciapiedi su cui puoi immaginare di volare alle Haway nel quadrilatero commerciale in zona corso Italia, e poi qua e là scorci di Little Italy per assaggiare un panino siculo americano, atmosfere da brasserie parigine – già un po’ più in tema – pergolati, pagode e piccole pensiline realizzate con materiali di ogni forma, colore e dimensione.
Insieme a questo, in un settore ancora in attesa di una definitiva regolamentazione, ci sono anche spazi esterni di molti locali e pub con materiali e colori del tutto in linea con il contesto storico e l’identità urbanistica della città, tende beige e bordeaux che s’intonano al barocco e al nero della pietra lavica, steccati in legno, fioriere e piccole separazioni in vetro temperato, come previsto dalla delibera sperimentale sui dehors nell’area storico ambientale, che nel maggio del 2020 venne estesa all’intera area urbana, a sostegno degli esercenti, oggi tra le categorie più massacrate dagli effetti del Covid. In effetti, la delibera originaria sull’area storico ambientale, in un perimetro più esteso fino a viale Africa e corso Italia, e in seguito ampliata con una misura straordinaria e temporanea all’intera città – e dunque da prorogare a fine anno con delibera di Giunta, se questo sarà l’orientamento dell’Amministrazione in attesa del nuovo regolamento – ha avuto delle buone ricadute sull’attività degli esercenti, almeno fino alle fasi acute dell’emergenza sanitaria e relative chiusure, e potrebbe averne anche in seguito, garantendo più ampi spazi esterni e sicurezza nella fase dell’auspicata ripresa delle attività. Quello che non torna, però, è l’eccessiva “fantasia” di alcuni esercenti, oltre a qualche pedana un po’ troppo invasiva, fenomeno peraltro molto più datato della delibera stessa.
«Siamo in attesa di una bozza che preveda l’ampliamento del perimetro definitivo dell’area storico ambientale, che abbiamo richiesto all’Urbanistica – afferma l’assessore alle Attività produttive Ludovico Balsamo – in quanto il documento è propedeutico all’iter che dovrà portare la delibera in Consiglio comunale per la definitiva approvazione. Riteniamo che potrebbero essere compresi anche quartieri dalla forte identità storica come per esempio San Giovanni Galermo e Cibali». Insomma il regolamento definitivo atteso ormai da troppi anni – attraverso il confronto con le associazioni e l’esame delle varie commissioni prima di giungere in Consiglio – dovrebbe riordinare la questione, ma che succederà per chi ha un po’ esagerato in soluzioni fin troppo estemporanee e “creative”, rischio su cui sarà meglio vigilare con più attenzione quando torneranno le richieste di autorizzazione, per ora azzerate dal Covid? «Tutti dovranno uniformarsi ai criteri del regolamento definitivo – aggiunge Balsamo – chi ha fatto diversamente dovrà adeguarsi entro un preciso termine».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA