Catania, “Dammi il nome di quella donna ricoverata” e giù botte al medico del pronto soccorso

Di Redazione / 02 Gennaio 2017

Arrivano al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele, picchiano il medico di turno e si danno alla fuga. Ma la polizia li ha fermato dopo pochi minuti. In manette è finito Mauro Cappadonna, 47 anni, pregiudicato catanese, mentre altre quattro persone sono state denunciate.

L’allarme è scattato quando alla sala operativa della Questura è giunta la segnalazione secondo la quale all’interno del Pronto Soccorso cinque persone stavano malmenando un medico. Immediatamente è stata diramata la nota-radio e alcuni equipaggi che si trovavano in zona sono riusciti a intercettare in via Plebiscito l’autovettura con cui gli aggressori si erano da poco allontanati. A bordo dell’auto si trovavano solo quattro dei cinque segnalati, ma grazie ai successivi accertamenti, poco dopo anche il quinto è stato identificato, rintracciato e condotto in Questura. I poliziotti hanno appurato che l’aggressione era scaturita da una richiesta verbale avanzata inizialmente da uno degli energumeni al medico che in quel momento si trovava presso il triage: nello specifico l’uomo avrebbe preteso di conoscere l’identità di una donna ricoverata nel pomeriggio a seguito di un incidente stradale.

Ovviamente il medico ha opposto un fermo diniego, argomentando che non era legittimato a fornire le generalità di pazienti a chi non ne è diretto congiunto. Da qui è scaturito un diverbio a seguito del quale l’uomo, dopo essersi brevemente allontanato, si è nuovamente presentato in compagnia di un suo parente, asseritamente operatore del 118, sebbene in quel momento non in servizio, il quale ha reiterato la richiesta di cui prima. Poco dopo, mentre il medico era seduto al computer, è stato colto alla spalle da almeno cinque persone e colpito violentemente al volto con un pugno sferrato dall’uomo che per primo gli si era rivolto, di cui poi avrebbe dato compiuta descrizione in sede di denuncia, e successivamente da un altro schiaffo e da un pugno a opera degli altri.

La segnalazione giunta alla sala operativa, nella quale sono stati descritte le fattezze degli individui fuggiti e il modello e la targa dell’auto utilizzata, ha permesso alle volanti di zona, di rintracciare proprio nell’immediatezza gli autori dell’aggressione. La vittima ha riportato un edema alla regione orbitale e alla regione fronto parietale.Gli accertamenti e riscontri hanno fornito un quadro delle responsabilità a carico dei cinque. Cappadonna è stato così arrestato per violenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e lesioni. Da ulteriori indagini, è emerso che la donna di cui si richiedevano le generalità aveva incidentato nel pomeriggio, con il proprio motorino, l’auto di Cappadonna mentre era parcheggiata. Per gli stessi reati, sono stati denunciati gli altri quattro. Sono in corso accertamenti in merito alla posizione e alla qualifica rivestita da uno degli aggressori qualificatosi come operatore 118.

«La situazione non è più sostenibile e vede per l’ennesima volta, in veste di vittima, un lavoratore del comparto sanitario, ma anche l’utenza più debole o semplicemente più civile, che viene sopraffatta in questa giungla di violenza». Lo afferma la Fp Cgil di Catania sull’aggressione del medico al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele.
Il sindacato chiede «alle autorità di risolvere questa incresciosa situazione che non assicura la necessaria serenità al personale sanitario il quale già svolge un delicato lavoro che merita di essere eseguito nelle condizioni ambientali e psicologiche migliori». «È necessario – sottolinea la Fp Cgil – evitare il perpetrarsi delle aggressioni presso i pronto soccorso con l’incremento dei sistemi di video sorveglianza, con la presenza fisica in loco di unita di Pubblica sicurezza in collegamento attivo con i commissariati e le strutture di Polizia. Tutto questo potrebbe garantire un pronto intervento a difesa dell’incolumità del personale e dell’utenza. Spesso – conclude la nota sindacale – le strutture sanitarie sono oggetto di atti vandalici e di danneggiamento da parte degli aggressori». 

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