Catania, dal 22 settembre metropolitana in funzione la domenica

Di Cesare La Marca / 30 Giugno 2019

Catania – Sotto la città si muove ormai una realtà che è entrata nella quotidianità di donne e uomini, studenti e famiglie, una realtà che almeno da un paio d’anni sta cambiando progressivamente il modo di spostarsi, programmare impegni e percorsi, raggiungere il centro dalla periferia e viceversa. Buon compleanno metro, che stai diventando grande e in grande cominci a guardare al futuro – dopo essere stata per varie ragioni troppo a lungo ininfluente sui 3,8 km della “Borgo-Porto” – e che ieri hai festeggiato i vent’anni nella enorme e moderna stazione “Giovanni XXIII”, a poche decine di metri dalla stazione ferroviaria e dai capolinea e parcheggi dei bus urbani ed extraurbani, luogo che sintetizza come pochi altri il concetto di intermodalità.

«È un bel compleanno – ha detto il dg Salvo Fiore – perché la città con la sua area metropolitana sta prendendo coscienza della valenza di quest’opera». Buon compleanno metro, quanto ci hai fatto trepidare, sperare, soffrire e gioire, centimetro dopo centimetro, metro dopo metro, da un diaframma che veniva giù all’altro, galleria dopo galleria, tra intoppi tecnici, nodi, grandi imprese in crisi, stop e ripartenze dei lavori, prima di collegare finalmente Nesima al centro storico. E quanto tempo da quel “primo treno” che percorse il suo breve tragitto in quell’ormai troppo lontano fine giugno del 1999 – sindaco Enzo Bianco, ministro dei Trasporti Tiziano Treu – e partì nell’emozione generale dalla stazione “Italia” per raggiungere la stazione “Borgo”, lasciando già intravedere la possibilità di “un’altra città”.

Oggi ci sono nove stazioni e nove chilometri di linea in esercizio, tra ritardi e accerazioni, ma le vere svolte sono ancora da scrivere e non sono lontane, per questo ieri è stata l’occasione per guardare al passato, ma soprattutto al futuro – nella festa in cui la metro ha aperto a tutti i propri treni – alla presenza, nella stazione “Giovanni XXIII”, del sindaco Salvo Pogliese, del direttore generale Fce Salvatore Fiore col direttore d’Esercizio Sebastiano Gentile, e del delegato del rettore per la mobilità, Giuseppe Inturri.

È toccato al sindaco Salvo Pogliese dare la notizia del giorno, dopo gli auguri rivolti a un’azienda che quale la Fce si caratterizza per capacità gestionale, identità e storia, dopo aver ricordato l’azione sinergica che ha “convinto” l’Ue in dubbio sull’intermodalità a finanziare la “Stesicoro Aeroporto” che andrà in gara entro l’estate, e la previsione di oltre 6,5 milioni di passeggeri entro il 2019, dato decuplicato rispetto a tre anni fa, «risultato raggiunto anche grazie all’iniziativa voluta dall’Università per l’abbonamento a titolo gratuito per 42mila studenti». Pogliese ha quindi annunciato che dal 22 settembre la metro sarà aperta anche ogni domenica dalle 8,30, con un servizio prolungato fino alle 22. Si tratta di una ulteriore svolta – oltre a quelle attese dall’avanzamento dei lavori – destinata a integrare e completare il servizio della metropolitana, tenuto conto dell’elevata richiesta, che in occasione delle aperture domenicali, coincidenti con varie iniziative e manifestazioni, ha permesso di raggiungere i cinquemila passeggeri – a fronte della media di quindicimila dei giorni feriali – col valore aggiunto di molti studenti pendolari incentivati a ritornare in città prima del fatidico lunedì.

Ma non è questa l’unica tra le novità illustrate dal direttore d’Esercizio ingegnere Gentile e dal delegato del rettore per la mobilità, prof. Inturri. Infatti dal prossimo settembre sarà rafforzato il servizio del metro shuttle, la navetta della Fce già molto utilizzata dagli studenti per il collegamento dalla stazione “Milo” al parcheggio Santa Sofia. La novità è che il bus navetta nella sua corsa di rientro attraverserà la Cittadella, con due fermate vicine alle facoltà di Matematica e Ingegneria che eviteranno agli studenti di recarsi in via Santa Sofia, rendendo più agevole il servizio. «Abbiamo riscontrato che rispetto all’andata è minore il numero di studenti che prendono la navetta al ritorno – ha spiegato l’ingegnere Gentile – e dunque d’intesa con l’Università abbiamo adottato questa variazione».

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Redazione
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