Catania è una Medellin che non ce l'ha fatta. Perfino la città colombiana oggi è diventata sviluppata e attrattiva dopo essere stata considerata per anni simbolo di buio, violenza e mancanza di controllo. Come è, invece, ancora oggi Catania, di sera e specialmente nei fine settimana. Inoltre, specie in vista della “notte di Halloween”, non andiamo tanto lontano se paragoniamo la tragedia accaduta a Seul sabato sera con le viuzze della movida che si sono trasformate in una “trappola mortale”, perché è esattamente ciò che si rischia ogni sera nelle strette e inflazionate vie della “movida” del centro catanese, dove da sempre manca il rispetto delle regole commerciali e urbanistiche, oltre al controllo, dove un mezzo per le emergenze non riuscirebbe mai ad entrare e dove, quando la folla è al massimo, sarebbe impossibile controllarne la reazione in caso di panico generale.
«Io parlo con voi, ma tanto non faranno nulla»: è pessimista Santi Comis, titolare di una attività in piazza Teatro Massimo. In uno sfogo “social” proprio sabato sera aveva scritto: «I turisti sabato sera non vedono Catania, ma Medellin», trovandosi, al solito, di fronte a diversi scooter con ragazzini senza casco che sfrecciavano su e giù pur essendo in piena zona pedonale. Ieri, domenica, la piazza, che dovrebbe essere un “gioiello” della città, era ancora disseminata di cocci di bottiglie e bicchieri di vetro rotti dalla sera precedente, oltre a mostrare i segni di una mancata seria pulizia da diverso tempo: «E’ inesistente, la situazione è raccapricciante, ormai mi sa che curano solo piazza Duomo, come simbolo, ma è una città completamente persa». Come le è venuto in mente Medellin? «Ma perché qui sembriamo in sud America: quel poco di controllo che c'era con un presidio fisso ormai non c'è più, manca la presenza dello Stato, quindi tutti si sentono liberi di fare quel che vogliono. C'è l'anarchia più totale, la sostanza è questa. Ed è assurdo».
Non si deve andare troppo distante, in via Antonino di Sangiuliano, per trovare una situazione simile: «I locali spuntati come funghi e che non rispettano le regole, l'inerzia di questore, prefetto e comandante dei vigili urbani, di chi guida il Comune, stanno distruggendo il turismo e i commercianti, quelli veri, che portano ricchezza. Il centro storico di Catania è stato trasformato in un quartiere degradato – commenta Salvo Cannata del Comitato Bellini -. Nessuno vuole frequentare piazza Bellini e vie limitrofe perché si ha paura. Si è permesso di trasformare via di Sangiuliano in uno dei vialoni di Librino dove non esistono regole e il codice della strada non viene mai rispettato. Noi residenti viviamo quotidianamente questa situazione, che si aggrava nei fine settimana. Chi ha attività ricettive, b&b e Case vacanza, riceve recensioni negative ed il giorno dopo si deve scusare, mortificato, per le condizioni in cui è ridotta Catania, ricoperta non solo di munnizza reale, ma anche di munnizza umana. Ma mentre la prima, bene o male, viene raccolta, alla seconda è permesso di fare ciò che vuole. Sul viale di sera ci sono auto e moto parcheggiate sui marciapiedi e in doppia e tripla fila, moto che escono tranquillamente dalla Zona a traffico limitato. Alcuni di noi hanno deciso di gettare la spugna e mettere in vendita la propria casa, altri che lo vorrebbero fare fanno i conti con la svalutazione del mercato immobiliare a cui sono andati incontro gli immobili, proprio a causa dei problemi segnalati».
Ed è nella vicina via Gemmellaro (pedonale per finta) che il Comune farebbe “cassa” se solo facesse rispettare l'ordinanza emessa il 15 luglio scorso su rispetto di suolo pubblico, decibel e orario di chiusura alle 2 di notte, e che prevede la sospensione dell'attività per 20 giorni quando si «impedisce il normale uso delle vie per motivi di sicurezza e ordine pubblico». Le foto di sabato sera, con annesso orario, dimostrano tutte le violazioni perpetrate. L'olezzo di vomito che resta il giorno dopo ve lo risparmiamo.