Con il count-down ormai a pochi passi dalla meta (la Tecnis dovrebbe consegnare il manufatto l’ultimo giorno utile di febbraio) in città già da tempo, e non solo in ambito sanitario, si è aperta la discussione sui possibili assetti in vista della chiusura del vecchio Vittorio Emanuele che investirà principalmente il vecchio Garibaldi e il suo Pronto soccorso. Le ultime novità che arrivano riguardano proprio il vecchio nosocomio di piazza S. Maria di Gesù. Un mese fa al Garibaldi ha aperto la nuova «osservazione breve», con l’incremento massiccio dei posti letto. Il 27 gennaio, invece, la ditta consegnerà i lavori del secondo lotto che riguardano la nuova postazione di pronto soccorso riservata ai codici verdi. Si tratta di una ampia sala dotata di diversi macchinari che è stata posizionata nella ex Obi del Pronto soccorso. Secondo quanto riferisce lo stesso commissario del Garibaldi, Giorgio Santonocito, la nuova sala servirà ad accogliere tutti quei pazienti considerati non gravi che oggi sono collocati inappropriatamente nei corridoi. «L’ampliamento del pronto soccorso – ha spiegato Santonocito – ci permetterà di affrontare appropriatamente il prevedibile incremento di richieste di emergenza che verrà dai quartieri che tradizionalmente sino ad ora si sono rivolti al vecchio Ove. Praticamente con le opere che sono state ultimate abbiamo raddoppiato gli spazi e l’offerta del nostro reparto di emergenza». Santonocito ha aggiunto che c’è allo studio anche la possibilità di dotare il pronto soccorso del Garibaldi – nei primi giorni di chiusura del Vittorio e in prossimità dell’apertura del nuovo Pronto soccorso del Policlinico – di una tensostruttura nel caso in cui l’affluenza rischi di diventare ingestibile. Tutta la pianificazione in atto sarà oggetto di un incontro che Santonocito intende chiedere all’assessore Razza, per pianificare tutti i passaggi della complessa operazione. Il commissario dell’Arnas si è infine soffermato sul ricorso della Tecnis sull’appalto per la costruzione della nuova palazzina di Pronto soccorso che sorgerà al posto dell’ex reparto delle Malattie infettive (ingresso da via Filzi). Santonocito ha detto che per fine mese si attende il pronunciamento del Tar.
Il secondo nodo di questa complicata macchina organizzativa già in moto riguarda i tempi e le modalità. Ad esempio in ambienti medici c’è una fitta discussione sulla pianificazione di alcuni trasferimenti in corso e a far discutere è l’imminente trasferimento dal centro città sino al Policlinico di due reparti considerati fondamentali per l’assistenza sanitaria, soprattutto di malati gravi. La notizia è ormai ufficiale e a meno di novità la Cardiologia del prof. Tamburino sarà trasferita «in toto» al Policlinico a partire dal prossimo 8 febbraio. Successivamente a trasferirsi sarà la Cardiochirurgia. Il Policlinico diverrà uno dei centri più all’avanguardia del Meridione, ma sino a questo momento l’apertura del moderno pronto soccorso dell’azienda universitaria è fermo per decisioni politiche, perché è stato messo in collegamento con l’apertura del Pronto soccorso del S. Marco. Sino a quando aprirà l’ospedale di Librino difficilmente si avrà l’avvio dell’attività del reparto del Policlinico. Paradossalmente però, due reparti di fondamentale importanza per l’assistenza in città rimarranno lontani dai pronto soccorso operativi, come quello del Vittorio Emanuele. Per una coronografia bisognerà affrontare il traffico e il «tappo» del Tondo Gioeni.
Altro nodo riguarda il personale. Recentemente sia l’assessore regionale Razza che il direttore generale del Policlinico, Cantaro, in bando alle Cassandre, hanno pianificato le procedure per arrivare all’assunzione a tempo determinato di una sessantina di medici da destinare all’apertura dei reparti di emergenza del S. Marco, in attesa che poi entro l’anno venga definita la nuova Rete ospedaliera che darà la possibilità di indire i concorsi. Allo stato una delle discussioni riguarda il numero di medici riservati al reparto di emergenza di Librino. In base ai criteri del ministero, si dice che per l’organico di un Pronto soccorso da 15 mila accessi sono necessari un minimo di 7 medici. Ogni 5 mila accessi ulteriori bisogna aumentare l’organico di una unità. Ad occhio e croce se il S. Marco avrà 40 mila accessi annui ci vorranno altri 5 medici, per un totale di 12. Poi ci saranno da considerare 6 medici per l’Obi e 6-8 medici per la Medicina d’urgenza. E poi ci sarà da coprire la Chirurgia d’urgenza, l’Anestesia, la Radiologia… In totale il Policlinico intende assumere a tempo una sessantina di medici e sulla carta dovrebbero bastare…Eppure le proteste continuano.