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Catania, cinquant’anni di processi per una ricca eredità

Di Orazio Provini |

Dodici i pronunciamenti giudiziari, fra sentenze di primo grado, secondo e di Cassazione, quest’ultima sempre con rinvio, fino all’ultima, definitiva. Quasi cinquant’anni di liti, iniziatesi tra i cinque fratelli della coppia (deceduta tra il 1967 e il 1975) e proseguite poi per alcuni decenni dai cugini e dai pro cugini (figli dei cugini) fino ai giorni nostri. Un’eredità importante; nei numeri degli immobili contesi e contestati nella loro assegnazione ereditaria e nell’ammontare del denaro legato a essi, calcolabile in un patrimonio (riferito a oggi) di svariate decine di milioni di euro.

Soddisfatto per l’esito del giudizio, favorevole ai suoi assistiti, l’avvocato Dario Seminara (dello studio legale Seminara & Associati) che oltre a compiacersi, sottolinea «per l’avere sostenuto negli ultimi 17 anni di causa le tesi già ben illustrate dal compianto grande avv. Vincenzo Vacirca», aggiunge poi da uomo di Legge: «Sono tuttavia rammaricato dalla lentezza della giustizia, particolarmente penalizzante in materia successoria, laddove il conflitto (nel caso come il nostro) deflagra tra fratelli prima e poi tra cugini e pro cugini. Intere famiglie in lite per generazioni e immobili che, nell’incertezza sul proprietario, vengono abbandonati, con danno per la collettività. Dal punto di vista sostanziale sarebbe bene pensare ad aumentare la quota disponibile, riducendosi le quote di riserva per i legittimari. Processualmente, andrebbe ripensato il sistema delle sentenze non definitive, magari accelerando le cause successorie: in difetto, come nel caso in parola, ripetendo più volte le perizie».

Infine, una considerazione: «Giustizia ritardata è giustizia denegata e proprio dalla celerità del processo (civile e penale) si misura la civiltà del Paese».

Calato il sipario sulle liti, la Cassazione ha posto il sigillo sulla lunghissima diatriba, rigettando l’ultimo ricorso e decidendo quindi sui diritti spettanti a ognuna delle cinque stirpi, perché cinque erano i fratelli che avviarono la lite. Soddisfatto il “vincitore” che si ritira dalla contesa e si gode la sua ricca, immaginiamo, parte. Resta però un “coda” giudiziaria che prevede la vendita all’asta del residuo compendio ereditario attraverso un notaio e il cui ricavato andrà diviso tra le quattro stirpi rimanenti. Nessuna meraviglia, le cause per litigi familiari sono ormai anche nei programmi Tv. Purtroppo si litiga molto per i soldi, molto meno invece per i principi. Questa definita il 16 ottobre scorso è senza dubbio una delle cause più lunghe della storia. Italiana certamente.

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