Catania – L’Associazione centro storico di Catania interviene sui contenuti della seduta del Consiglio comunale del 2 marzo scorso nel corso della quale alcuni rappresentanti dell’opposizione hanno contestato l’assessore D’Agata, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, per aver fatto rimuovere alcune transenne utilizzate abusivamente per chiudere, di sera, le strade nelle zone della movida. Una contestazione che l’associazione non condivide e che critica con tutta una serie di motivazioni.
Questo l’antefatto, secondo l’associazione. Nei giorni scorsi qualcuno, di sera, ha preso le sbarre della manutenzione stradale, utilizzate durante i lavori in piazza Bellini, e se n’è servito per chiudere l’accesso a via Landolina, fermandole con un lucchetto, durante in giorno, vicino ad un nuovo locale, come se fossero di proprietà e di uso privato. Il Comando dei vigili urbani ha provveduto a rimuovere le sbarre perché la chiusura della strada non era stata autorizzata. Di qui l’attacco dei consiglieri di opposizione all’amministrazione accusata di volere uccidere il commercio, contrastando la Zona a traffico limitato, per assecondare i desideri di pochi residenti.
Un’accusa che – secondo la presidente dell’associazione Daniela Catalano – parte da un presupposto errato, quello secondo cui l’area in questione sia veramente una Ztl, cioè una zona a traffico limitato. «E invece non lo è perché non è stata mai deliberata né approvata dal Consiglio comunale. E del resto l’accesso alle “isole pedonali”, per legge, va espressamente regolato prevedendo precise indicazioni di orario, e non certo la limitazione solo dalle 20 alle 2, posti di sosta riservati ai residenti e, soprattutto, sistemi video di controllo per l’accesso con conseguente riscontro elettronico delle violazioni e notifica delle contravvenzioni. Invece nulla di tutto questo è previsto. Cosicché, con il paravento di una zona a traffico limitato inesistente, si sono tollerate, se non incentivate, situazioni abnormi, e si è costituita una “zona franca” con attività de-regolate e controlli fai-da-te agli accessi delle vie di San Giuliano, Vittorio Emanuele, Ventimiglia e piazza Università. Non soddisfatti di ostruire tutte le vie di accesso e di fuga di questo quadrilatero con tavoli, sedie, arredi, tende e tramezzature in plastica, adesso vengono gestite, senza alcuna autorizzazione, le transenne del Comune e i vigili, in assenza di disposizioni, non le rimuovono».
Non solo. L’associazione rileva che solo lì dove la presenza dei posti di controllo è evidente – cioè in piazza Università e in piazza Bellini – gli automobilisti rispettano i divieti, mentre nelle stradine limitrofe ognuno fa quello che vuole, a partire dai controsensi, senza neppure rischiare di essere multati. Una vita infernale per i residenti cui, di fatto, si chiede, per raggiungere casa propria, di scendere dall’auto, spostare le transenne, avanzare con l’auto e poi rimettere le transenne a posto. Una follia. «Per non dire delle strade, come via del Colosseo, transennata abusivamente e controllata da personale privato che decide a chi consentire e a chi impedire l’accesso».
Per tutto questo l’associazione Centro storico di Catania invita l’amministrazione a intervenire per rimuovere le situazioni non a norma di legge, a partire dagli esercizi commerciali privi dei requisiti igienici e che non rispettano le norme di sicurezza. Esercizi che, di fatto, danneggiano, con una concorrenza sleale, chi, invece, la legge la rispetta. E invita pure i vigili del fuoco «a valutare la sicurezza di stufe a gas a piramide, aeree, a ombrello e a fungo dentro gli accampamenti di plastica». E conclude ipotizzando che gli interventi «imprecisi e inappropriati» dei consiglieri, che di fatto avallano questa situazione, siano frutto della stratificazione disordinata «delle ordinanze parziali e contraddittorie delle precedenti amministrazioni e dell’incoerenza della segnaletica stradale che rendono difficile la comprensione della situazione»