Fallimenti
Catania Calcio, Pogliese: «La storia deve ripartire su basi molto più solide»
Il commento del sindaco della città che ha voluto distinguere il pensiero di tifoso (notoriamente sostenitore da sempre) e quello da primo cittadino
Che ci sia uno spiraglio o che ieri sono stati bruciati 75 anni di storia, la reazione di una Catania già ferita da tempo è stata prevedibile: delusione, rabbia, caccia ai colpevoli. Nessuno è esente da responsabilità. Nessuno. E oggi si dà spazio a sfoghi, accuse e anche ricordi delle stagioni d’oro. Le reazioni dolorose, per esempio, di alcuni ex calciatori sono un altro schiaffo alla storia della matricola 11700. C’è chi, come Francesco Lodi, scrive lapidario: «Ho la morte nel cuore». Chi, come Marco Biagianti, fa intendere di essere comunque pronto a qualsiasi tipo di collaborazione: «Il vero amore può nascondersi, confondersi, ma non può perdersi mai. Ricordati, dovunque sei, se mi cercherai, sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai».
Il presidente della Lega, Francesco Ghirelli, raggiunto telefonicamente dopo il provvedimento del Tribunale ha commentato così: «La preoccupazione che avevamo trova purtroppo conferma, siamo in attesa di verificare ogni aspetto. Sarebbe sciocco intervenire non valutando i particolari e gli spiragli della sentenza. Dobbiamo capire se l'esercizio provvisorio possa favorire un percorso che riesca a portare il club al termine del campionato. Mi auguro che le risorse economiche reggano e lo dico innanzitutto per il bene di tifosi e città. Aspettiamo con pazienza e saggezza quali saranno le mosse, di futuro discuteremo più in là. Il presente deve affrontarlo il Catania».
In serata, ieri, è arrivato anche il commento del sindaco della città, Salvo Pogliese che ha voluto distinguere il pensiero di tifoso (notoriamente sostenitore da sempre) e quello da primo cittadino.
Ecco il testo: «Sulle tristi vicende del Calcio Catania non posso che vivere sensazioni ed emozioni contrastanti: da una parte c’è il tifoso, il ragazzo che seguiva in trasferta la squadra del cuore, il “curvaiolo” innamorato del Catania 1946 e della “storia” difficile e tormentata della matricola 11700; e per quel “ragazzo” una storia è finita, per sempre, e ne sento tutta la tristezza». E Pogliese continua: «Da Sindaco, invece, ritengo di dover ancora fare quanto è nelle mie facoltà perché la storia sportiva calcistica del Catania e di Catania possa ripartire su basi solide, con un progetto serio e professionalità adeguate, senza avventurieri o sciacalli a contendersi i “resti”. Le responsabilità del fallimento ci sono, è naturale, sono molteplici, vanno indietro nel tempo e la storia giudicherà». «Per adesso seguo con attenzione gli sviluppi della brutta notizia di queste ultime ore e le scadenze future – continua il messaggio del sindaco – E a chi penserà o scriverà che ci sono cose più importanti del Calcio Catania dico che forse hanno anche ragione; dimenticano, però, che intorno a una squadra non si muovono solo sentimenti e senso di appartenenza (e non è proprio pochissimo…), ma famiglie che lavorano nell’indotto e lavoratori e lavoratrici che andranno in difficoltà; c’è l’immagine di una Città che sulla squadra di vertice costruisce visibilità e marketing territoriale».
Infine: «In questo momento penso a quei lavoratori e lavoratrici, come ad amici e Catanesi che per questa “storia” hanno perso la vita, per troppo amore e genuina passione. Nei prossimi giorni avremo maggiori elementi sui quali ragionare, oggi è il tempo del dispiacere e delle emozioni, spesso molto personali. È stata una bella storia, Catania 1946. Melior de cinere surgo». Che ci sia uno spiraglio o che ieri sono stati bruciati 75 anni di storia, la reazione di una Catania già ferita da tempo è stata prevedibile: delusione, rabbia, caccia ai colpevoli. Nessuno è esente da responsabilità. Nessuno. E oggi si dà spazio a sfoghi, accuse e anche ricordi delle stagioni d’oro. Le reazioni dolorose, per esempio, di alcuni ex calciatori sono un altro schiaffo alla storia della matricola 11700. C’è chi, come Francesco Lodi, scrive lapidario: «Ho la morte nel cuore». Chi, come Marco Biagianti, fa intendere di essere comunque pronto a qualsiasi tipo di collaborazione: «Il vero amore può nascondersi, confondersi, ma non può perdersi mai. Ricordati, dovunque sei, se mi cercherai, sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai». Il presidente della Lega, Francesco Ghirelli, raggiunto telefonicamente dopo il provvedimento del Tribunale ha commentato così: «La preoccupazione che avevamo trova purtroppo conferma, siamo in attesa di verificare ogni aspetto. Sarebbe sciocco intervenire non valutando i particolari e gli spiragli della sentenza. Dobbiamo capire se l'esercizio provvisorio possa favorire un percorso che riesca a portare il club al termine del campionato. Mi auguro che le risorse economiche reggano e lo dico innanzitutto per il bene di tifosi e città. Aspettiamo con pazienza e saggezza quali saranno le mosse, di futuro discuteremo più in là. Il presente deve affrontarlo il Catania».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA