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Catania, «Asili nido chiusi e cooperativa “latitante”: intervenga il prefetto»

Di Maria Elena Quaiotti |

Catania – «Prefetto, intervenga subito! La situazione ormai è davvero paradossale». Giuseppe Lombardo, assessore comunale ai Servizi sociali, non avrebbe mai creduto di vedere tutti gli asili nido comunali chiusi con oltre 300 bambini costretti a casa e i relativi disagi causati alle famiglie. Senza contare le circa 50 ausiliarie deluse per mancanza di notizie sulle 9 mensilità arretrate dovute dalla cooperativa del Consorzio sociale “Il Glicine”. Cooperativa che sembra essersi resa irreperibile dopo aver fatto rinviare il tavolo prefettizio fissato per il 6 febbraio.

L’appello «affinché il prefetto Sammartino usi tutta la sua autorevolezza è doveroso – allarga le braccia Lombardo – non ci sono più alibi: l’amministrazione ha fatto la sua parte riuscendo a garantire alla Cooperativa la certificazione del credito relativa al mese di gennaio 2019. Nel corso dell’ultima comunicazione telefonica avuta con Alba Cavallaro, rappresentante del Consorzio, avevo ribadito anche la disponibilità a fornire tutta la documentazione relativa al contributo regionale da 250mila euro in arrivo in questi giorni, sempre al fine di garantire un altro elemento di assoluto rilievo per la Cooperativa circa la ricerca di ulteriori linee di credito.. Invece, incredibilmente, sono spariti».

C’è il rischio che non si riesca a riaprire gli asili?

«La cooperativa dovrebbe decidere di interrompere ufficialmente il servizio incorrendo nelle sanzioni previste dalla gara d’appalto, che scade il 31 marzo. Non possiamo affidare il servizio all’impresa successiva in graduatoria perché Il Glicine era arrivata quarta e le prime tre per svariate ragioni non avevano i requisiti in regola. Anche volendo non ci sarebbero i tempi per l’affido del servizio nel breve periodo attraverso una gara d’appalto, che pensavamo di prorogare almeno fino a metà luglio».

È amareggiato Lombardo, dopo esser partito con grande entusiasmo a inizio anno impegnandosi per garantire l’apertura degli asili nonostante il dissesto: «Speriamo ci convochino entro lunedì – scuote la testa – il servizio deve riprendere il più presto. Abbiamo messo in campo uno sforzo immane pagando 5 mensilità in 5 mesi, colmando i ritardi della precedente amministrazione e trovando risorse extra comunali per coprire tutto l’anno. Dove erano i sindacati – chiede a denti stretti – mentre si accumulavano i ritardi nei pagamenti, si illudevano e “spremevano”, loro sì, i lavoratori? Il sindaco Pogliese e il sottoscritto hanno tutelato i lavoratori in più sedi, questo governo sta mostrando di avere le carte in regola dando prova di affidabilità e sostenibilità del servizio a lungo termine».

Rosaria Rizza, come le altre 48 ausiliarie in attesa di risposte, è delusa: «Siamo sempre più convinte – spiega – che ci volessero tenere negli asili senza stipendio per chissà quanto tempo ancora. Tutti, sindacati inclusi, hanno sempre fatto promesse per tenerci calme, per questo non abbiamo protestato prima. Aspettiamo invano notizie dalla Cooperativa e ci sembra il minimo pretendere 3 mensilità su 9: non vogliamo essere usate!».

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