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Catania, allestito il cantiere del Museo dell’Etna all’ex Ove: occasione di rilancio per il quartiere dei Cappuccini

Si prevede un rilancio culturale, ma con inevitabili ricadute economiche considerati gli altri interventi previsti nei dintorni, primo su tutti l'apertura della stazione metropolitana “Vittorio Emanuele”

Di Maria Elena Quaiotti |

Il “sogno” per il rilancio dei Cappuccini inizia davvero a concretizzarsi? Il cantiere di recente allestito all’ex Ove sembra significare che stavolta si sia dato davvero seguito alle parole e intenzioni, nonostante lo slittamento sul cronoprogramma originale. L’ambizioso progetto di riqualificazione del complesso, ricordiamo, era stato infatti presentato a giugno 2021 dall’allora presidente della Regione Nello Musumeci, con data prevista di ultimazione il 2024.

Ora, però, il cartello di cantiere lo indica chiaramente: data consegna lavori 18 gennaio 2024, data fine lavori 6 gennaio 2026. Dunque, senza ulteriori intoppi, fra due anni potremmo non chiamarlo più “ex ospedale Vittorio Emanuele”. Anzi, bisognerà forse anche trovare un nome adatto perché sarà “riduttivo” chiamarlo solo “Museo dell’Etna” (previsto nel padiglione San Marco). Sarà molto di più, diventerà un polo umanistico esteso su 18 mila metri quadri in cui troveranno sede, oltre al Museo dell’Etna, in un’ala il Campus universitario e nell’altra ala i laboratori e una galleria per mostre temporanee dell’Accademia di Belle Arti.

Inevitabili ricadute

Si prevede un rilancio culturale, ma con inevitabili ricadute economiche considerati gli altri interventi previsti nei dintorni, primo su tutti l’apertura della stazione metropolitana “Vittorio Emanuele” prevista all’interno del parcheggio R1 di Amts nell’ambito del completamento della tratta “Palestro-Stesicoro”, primo lotto del percorso fino all’aeroporto. Le ultime notizie diffuse dal direttore generale Fce Salvo Fiore danno la ripresa dello scavo della galleria da Palestro a Stesicoro, fermo ormai da quattro anni a seguito del crollo interno in una palazzina in via Castromarino, «entro marzo, massimo aprile, con completamento dello scavo in quattro, cinque mesi». Subito dopo, come di prassi, si inizierà con le opere collaterali, come la realizzazione delle stazioni, a conti fatti nel 2025. Sul secondo lotto della metropolitana, che da Palestro arriverà fino all’aeroporto, è in atto «il confronto con il Consorzio che si è aggiudicato l’appalto e sarà definito entro marzo. Contiamo di iniziare i lavori a giugno per completare la tratta entro il 2026». C’è inoltre la proposta, che dovrà essere finalmente presa in considerazione nell’ambito della ristrutturazione prevista dell’intera sede, del “passaggio” diretto dal parcheggio R1 verso piazza Montessori attraverso l’apertura di un varco che di fatto ridurrà ulteriormente le distanze fra via Plebiscito e il resto della città. Un accorgimento che dovrà essere finanziato dal Comune, e sarebbe davvero lungimirante.

Fra gli “attori” coinvolti nell’operazione ex Ove c’è, come detto l’Accademia di Belle Arti, che attraverso la convenzione siglata con Regione, azienda ospedaliera e Sovrintendenza «ha ottenuto il comodato d’uso di uno spazio pari a circa quattro mila metri quadri per 29 anni. Per me, per noi – spiega la presidente Lina Scalisi – è stata una battaglia vinta, potremo infatti evitare di spendere fondi per le due sedi che oggi abbiamo in affitto e far crescere ancora di più l’Accademia, fra le prime quattro in Italia per numero di iscritti, con altre iniziative a favore degli studenti. È un’eredità che lascerò loro, oltre al fatto che si tratta della miglior maniera per rigenerare, cambiare l’esistente e portare legalità nel quartiere». Non ci si è fermati certo qui: «Nell’attesa che la Regione porti a compimento i lavori esterni del complesso, l’oggetto del cantiere in atto, noi ci siamo mossi per quanto di nostra competenza ovvero l’intervento sulla parte interna. Siamo in attesa di conoscere l’esito della nostra partecipazione, la prima in assoluto per noi, al Bando Afam (Alta formazione artistica e musicale) del Ministero dell’università e ricerca. Abbiamo presentato il nostro progetto, esecutivo e con tutti i permessi necessari, che “vale” 10 milioni di euro. Siamo fiduciosi, anche perché il ministro Anna Maria Bernini ha implementato il fondo disponibile da 100 a 300 milioni di euro, il bando è stato chiuso e la commissione si è insediata. La nostra premura è poter essere fra le prime accademie finanziate per poter iniziare i lavori. Incrociamo le dita». E noi insieme a loro….COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA