Catania, a passeggio tra gli stand della Fiera dei morti: «Obiettivo 100mila persone»

Di Redazione / 28 Ottobre 2019

CATANIA – Benvenuti alla “casbah” catanese. Così si è presentato ieri mattina l’ex mercato ortofrutticolo di San con 140 stand di operatori tra “locali” e pochissimi forestieri, inaugurato con un giorno di ritardo dovuto all’allerta meteo. Tantissime persone non hanno voluto mancare al tradizionale appuntamento cittadino, giunto alla 79° edizione, forse cercando qualche novità, che però non hanno trovato.

Gli unici stand davvero caratteristici quelli dei dolci, di salumi e formaggi tipici, oltre alla birra “Minchia”, marchio locale che sta spopolando nell’isola.

«Abbiamo previsto una proroga – ha spiegato il sindaco Salvo Pogliese appena prima dell’inaugurazione – fino al 4 novembre, giorno in cui la Fiera sarà aperta dalle 9 alle 24, per permettere sia agli operatori di rientrare degli investimenti effettuati sia ai catanesi, e non, di poter acquistare sia prodotti tipici che di altre categorie merceologiche della nostra città. Il nostro obbiettivo è migliorare la fiera, che è una tradizione per i catanesi».

«La location – ha aggiunto Ludovico Balsamo, assessore comunale alle Attività produttive – si è rivelata ottimale. Siamo in una zona centrale, siamo riusciti a ricavare un migliaio di posti auto affidati a Sostare, oltre al parcheggio Fontanarossa gestito da Amt a pochi metri dall’altra entrata alla Fiera, soprattutto per evitare il fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Nella settimana, considerate le edizioni precedenti, ci aspettiamo una presenza di almeno 100 mila persone, catanesi e non solo. Alla nostra amministrazione non sfugge certo che negli anni la fiera abbia perso la propria caratterizzazione, per questo nei bandi per le future stagioni inseriremo la clausola che almeno il 10% degli stand sia di questa fiera che, ad esempio, della fiera di Sant’Agata, preveda la presenza di stand direttamente collegati alla festività. Inoltre vorremmo cambiare il nome “ex mercato ortofrutticolo”, promuovendo magari un concorso fra le scuole per scegliere il nuovo nome da dare alla location, una struttura interessante per ospitare tanti eventi durante tutto l’anno. Del resto si tratta dell’unica area fieristica attrezzata inserita nel Prg».

La fiera è allestita sui 4 ettari agibili dei 10 complessivi dell’area (i restanti 6 sono in fase di dismissione), incluso un padiglione chiuso pari a 1200 mq se pur rimasto vuoto in questa occasione, recuperato dopo diversi atti vandalici con un investimento di 5 mln di euro finanziati con fondi Ue. Uno spazio, l’unico a gestione comunale previsto nel Prg, che potrebbe essere utilizzato per congressi e fiere campionarie durante tutto l’anno.

«È una fiera che non si può non fare – ha commentato Giuseppe Fichera, per 15 anni responsabile delle aree mercatali e non del Comune – con i nuovi bandi per i servizi il Comune riesce a guadagnare anche 25 mila euro, ma non basta. Alla fine della Fiera bisognerà già iniziare a programmare la prossima, con bandi chiusi già entro giugno per riuscire ad attrarre operatori anche dal resto d’Italia. Bandi che, se programmati per almeno due tre anni, possono includere ad esempio l’installazione di un sistema audio e di illuminazione fisso, e non mobile come ora, che tra l’altro costa alla ditta vincitrice dell’appalto (Arturo Coglitore, coordinatore provinciale Fiva Confcommercio) almeno 70 mila euro. È la qualità da offrire ai cittadini che deve interessare alla città, quest’anno il bando è stato chiuso il 13 ottobre attraendo solo operatori locali e la critica che ci fanno tutti è che “ci sono sempre le solite cose”. L’ex mercato ortofrutticolo può e deve diventare un’area fieristica attrezzata, ma il problema più che politico è burocratico. E sono 15 anni che lo dico, con sindaci e amministrazioni che sono state sempre sorde alle richieste dei commercianti cittadini e non solo, che chiedevano solo di organizzarsi per tempo. Il Comune non può essere imprenditore, può essere però controllore per fare gli interessi dei cittadini e dei turisti, e che può fare queste cose a costo zero».

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