CATANIA – Circa 100mila avvisi di accertamenti sono stati emessi complessivamente nello scorso dicembre dal Comune di Catania sull’anno di imposta 2014 per eventuali tributi non corrisposti di Imu (40.766 cartelle), Tari (33.91) e Tasi (27.121). Lo rende noto l’Amministrazione comunale sottolineando che un comunicato stampa emesso dal M5s nei giorni scorsi sulla legittimità a notificare gli atti da parte della società incaricata «potrebbe indurre ignari contribuenti a non pagare o ad adire, inutilmente, la Commissione tributaria, con aggravio di costi a carico, con conseguente concreto rischio di danno erariale».
«Una società che notifica gli atti relativi alle imposte e alle tasse per conto del Comune di Catania – aveva scritto il M5s in un comunicato su una interrogazione presentata al sindaco Salvo Pogliese – non avrebbe le autorizzazioni previste dalla legge per svolgere questo incarico» mettendo quindi a rischio le entrare tributarie.
In una lettera inviata al Comune, che l’ha resa nota, la società sottolinea che «è regolarmente abilitata sin dal 2011 a svolgere attività di recapito di raccomandate con ricevuta di ritorno, giusta autorizzazione del ministero dello Sviluppo economico, soggetto competente in materia postale», che «il recapito dei plichi contenenti gli avvisi di accertamento emessi dal Comune di Catania, in busta bianca, viene svolto in ottemperanza ai dettami normativi e regolamentativi vigenti,sin dal 2011» e che il riferimento del M5s «non è pertinente» perché “riguarda atti giudiziari e contravvenzioni al Codice della strada». La società annuncia di essere pronta ad «agire in tutte le sedi penali e civili» contro affermazioni che le «creano un gravissimo pregiudizio economico».