In occasione del Natale la Caritas diocesana distribuisce in regalo un calendario del 2023 dal titolo “Obiettivo poveri”. Dodici scatti firmati dal fotografo Fabrizio Villa cui don Piero Galvano, direttore della Caritas catanese, ha chiesto questo dono a nome delle migliaia di persone che domandano e ricevano aiuto e dei volontari che si dedicano a loro.
Mese dopo mese, il volto dei poveri racconta del dolore nascosto, della dignità violata, dell’attesa di braccia sicure e accoglienti cui affidarsi. Racconta delle nostre fragilità, come spiega Fabrizio Villa, perché «siamo tutti un po’ poveri, a tutti manca qualcosa, anche se a loro manca un posto dove dormire, il cibo quotidiano e un lavoro per procurarseli». Una realtà difficile da raccontare «perché bisogna rispettare la riservatezza delle persone che non vogliono essere fotografate e perché per farlo bisogna conoscere la loro realtà e immedesimarvisi». Per questo Fabrizio Villa, quando don Piero Galvano gli ha proposto di fare le foto per il calendario, non solo ha subito risposto «sì», ma ha cominciato a frequentare i luoghi e le attività della Caritas. «Con grande professionalità e umiltà», come nota il direttore, sicuro che queste foto, per il loro valore e per la notorietà di chi le ha scattate, faranno il giro del mondo. A colpire l’autore soprattutto i giovani acconciatori che si dedicavano a fare la barba e a tagliare i capelli agli ospiti dell’Help Center.
Foto in bianco e nero, «il primo amore» di Fabrizio Villa che ha cominciato la sua carriera come fotografo di cronaca in questo giornale. Ed anche perché «il bianco e nero esprime la realtà meglio del colore. Come dice il regista Wenders, il mondo è a colori, la vita è in bianco e nero».
«È importante conoscere i poveri la cui realtà è nascosta a molti – sottolinea don Piero Galvano – e dobbiamo imparare da loro che vivono con poco mentre noi inseguiamo la ricchezza, il potere, la gloria. Ed è importante conoscere anche quello che fanno i volontari per accoglierli, e sono circa 600 quelli che si alternano nei nostri servizi». Servizi che a partire dal nuovo anno riprenderanno nella formula precedente la pandemia. Dunque non più un pasto al giorno consegnato in una busta all’esterno dell’Help center alla stazione, ma un pasto caldo, servito all’interno, a ora di pranzo, così come a colazione e a cena. La carica virale del Covid si è abbassata, non si rischiano più malattie gravi e la Caritas ha deciso di accettare il rischio di possibili contagi pur di accogliere i fratelli poveri. Ed anche questo è un messaggio di pace e di speranza. A questo proposito don Piero ci tiene ad invitare tutti «a essere generosi con le persone che vengono dall’Africa così come lo siamo stati con quelle che sono arrivate dall’Ucraina, senza discriminazione per il colore della loro pelle». «In questi volti che ci testimoniano fragilità si esprime anche la nostra povertà interiore. Riconoscerli è un’opportunità per essere noi stessi», conclude Salvo Pappalardo, vicedirettore Caritas.