La distanza appare sempre più ampia, tra i palazzi delle istituzioni di Bruxelles e piazza Carlo Alberto, per citare il mercato catanese più storico, popolare e radicato nel territorio, insieme alla Pescheria, dove provando a pronunciare quella incomprensibile quanto temuta parola, “Bolkstein”, potresti bene che vada essere invitato a “sgommare”, se non essere inseguito a colpi di carciofi e melanzane.
Stessa cosa nei mercatini rionali, ma la questione si allarga a tutto il “cuore antico” e sebbene a fatica ancora pulsante del commercio catanese, chioschi, bar, fiorai, edicole superstiti, paninari col loro cibo di strada che spopola sui social, perfino macchinette per fototessere, insomma tutto ciò che riguarda la concessione di suolo pubblico, e che deve fare i conti con il principio di libera concorrenza voluto dalla Ue, e con le conseguenti gare per l’assegnazione dei “posteggi”.
Questione globale e locale e come tale complessa come poche – al di là del grande e anch’esso irrisolto nodo delle concessioni balneari – con oltre un migliaio di piccole imprese e ditte anche individuali che chiedono continuità e garanzie, e uffici della direzione Attività produttive sotto pressione oltre che peraltro a corto di personale. «La situazione è confusa, stiamo subendo la direttiva Bolkstein per i diversi settori commerciali interessati all’utilizzo del suolo pubblico – conferma l’assessore alle Attività produttive Giuseppe Gelsomino – da parte nostra ci siamo allineati alle direttive del governo nazionale, procedendo con un primo rinnovo delle concessioni fino al prossimo 28 febbraio, mentre stiamo lavorando a un ulteriore rinnovo al prossimo 31 dicembre. Noi non possiamo che allinearci alle decisioni del governo nazionale, contando sul fatto che possa risolvere la contrapposizione con l’Unione Europea, un problema ulteriore è rappresentato dal fatto che negli anni molti di questi posteggi di suolo pubblico sono stati venduti». Quella dei dehors, inoltre, è ormai una “giungla” dove mettere ordine.
Per la prossima festa di Sant’Agata le centinaia di imprese che lavorano su spazi esterni sono comunque garantite, ma non sarà per nulla facile in futuro conciliare la rigida per quanto in linea di principio legittima direttiva Bolkstein con la traballante e precaria realtà del commercio su suolo pubblico in città, complicata ulteriormente dalle consistenti sacche di abusivismo di centinaia di operatori che gravitano attorno al principale mercato storico, quello di piazza Carlo Alberto, e in misura minore sui mercati rionali, ma anche in altri settori come la ristorazione si è registrata nelle ultime settimane un’impennata di richieste di autorizzazioni e concessioni. Nella “battaglia” tra Unione Europea e governo nazionale, nella contrapposizione tra libera concorrenza e postazioni di suolo pubblico “acquisite”, sarà sempre più problematico trovare un punto di equilibrio tra mercati aperti e sopravvivenza di migliaia di operatori.