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Cabinovia, trenini e un ponte mozzafiato: così si sta ridisegnando il futuro dell’Etna

Di Francesco Vasta |

LINGUAGLOSSA –  Una promessa che fa impallidire anche coloro che erano fra i più ottimisti, perché l’investimento che è risultato vincitore della manifestazione d’interesse varata dai Comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia supera i ventitré milioni di euro, in parte provenienti da capitali privati, in parte dalla prospettiva di aggiudicarsi fondi di provenienza pubblica. È così che il piano presentato dall’associazione di imprese “Etna Alcantara Mobility” ha sbaragliato la (timida) concorrenza in campo. E si piazza in prima linea nella sfida di ridisegnare il futuro turistico del depresso versante nord dell’Etna. Questo gruppo di aziende guidato dalla famiglia Vaccaro, già gestore dell’accesso privato alle Gole dell’Alcantara, si è preso il primo posto nella graduatoria, stilata dalla commissione di “saggi” guidata dall’ex procuratore Michelangelo Patanè, del bando per il progetto di finanza per il cosiddetto “Sistema Etna-Alcantara”.

I due Comuni, proprietari della pista che da Piano Provenzana conduce ai crateri sommitali dell’Etna, avevano messo sul piatto la strada, assegnata per decenni allo stesso operatore turistico che gestisce la funivia sul versante sud, utilizzata per il fiorente business delle escursioni in jeep in alta quota. Chi avesse firmato il project financing più ambizioso in termini di investimenti in infrastrutture fra l’Etna e l’Alcantara, si sarebbe aggiudicato anche la gestione pluriennale della pista per i crateri. Sugli appalti passati di questa pista si erano concentrati i moniti dell’Autorità Antitrust, richiedendo quell’apertura alla libera concorrenza che, nel trasporto dei turisti ai crateri, sul Vulcano non si è mai vista.

È proprio con l’intento di mettere in campo investimenti milionari che la cordata capeggiata dai Vaccaro ha battuto tutti. Come già anticipato su queste pagine, l’ati Etna Alcantara Mobility ha proposto di farsi carico della costruzione di una cabinovia da 10 milioni fra Piano Provenzana e quota 2400 metri, cioè il confine della zona “C” del Parco; sul fronte Alcantara, una bidonvia – piccole cabine con posti in piedi – fra la zona della borgata Gravà, frazione di Castiglione, e il borgo di Castiglione. Infine, un ponte di vetro e ferro fra le due sponde del fiume, il tutto in cambio di una concessione da 26 anni e canoni da spartire fra i due Comuni che vanno da 10 mila euro l’anno nella fase di start up a salire fino a 50mila euro. Tra la valle dell’Alcantara, il borgo e l’Etna, inoltre, verrebbero assicurati anche i collegamenti mediante bus turistici ibridi anche scoperti e trenini elettrici. Impossibile competere per le altre due proposte, dell’ati Di Bella viaggi-Etna travel – giunta seconda con un progetto da circa un milione – e dell’Isea viaggi di Misterbianco.

Ma adesso che succede? I dubbi riguardano i tempi e le necessarie procedure. In teorie i consigli comunali dei Comuni dovrebbero pronunciarsi entro il 30 settembre, ma prima di tutto verrà convocata una conferenza dei servizi che dovrà lavorare ai necessari pareri. Sicuramente dovranno essere coinvolti i parchi di Etna e Alcantara, e forse anche le Soprintendenze catanese e messinese, nonché l’assessorato regionale del Territorio. In attesa di tali pronunciamenti, il termine del 30 settembre dovrebbe essere bypassato. Certo è che non si tratterà di un iter agevole e breve. Una volta acquisiti i pareri e l’ok politico dei Consigli, sarà la volta della gara d’appalto vera e propria, nel cui contesto però l’ati proponente godrebbe di prelazione. Senza considerare, inoltre, eventuali incognite provenienti da ricorsi amministrativi e intoppi giudiziari, sempre in agguato in scenari così complessi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA