Catania – Tutto come prima, anzi non proprio, perché la differenza – al centro o a est della strada che sta riaccendendo polemiche tali da rievocare quasi le storiche “battaglie” sul tondo Gioeni – è che quel cordolo a protezione della marcia dei bus resterà comunque, anche se sarà uno solo, al margine della carreggiata.
Così è se vi pare, mentre quella striscia di gomma gialla che al viale Vittorio Veneto eviterà (o dovrebbe evitare) la sosta irregolare sul percorso dei bus è ormai la “barriera” più difficile da superare; e tutto sarà adesso più complicato, dopo la falsa partenza di un progetto frammentario e slegato da quella che sarà l’intera linea del Brt5 dall’ospedale Cannizzaro a piazza Stesicoro, azzardato senza una necessaria sensibilizzazione proprio sul tratto più critico del percorso, senza le adeguate misure dai semafori dedicati ai parcheggi, e su cui tuttavia avevamo sperato; perché l’intento era di certo condivisibile, nel tentativo di eliminare la storica piaga della corsia preferenziale occupata come area di sosta, con i bus dell’Amt costretti a viaggiare a passo d’uomo o bloccati nel traffico; questo pur tra le diverse carenze evidenziate, e il caos creato tra via D’Annunzio e corso Italia, dove per un paio di giorni la corsia aperta in emergenza ha innescato un traffico da “ordinaria follia”, tra cordoli e ingorghi.
E ora? Una completa marcia indietro è improbabile su una questione che è ben più ampia e riguarda quattro linee del Brt in attesa di progetto esecutivo e con fondi assegnati da utilizzare, oltre al potenziamento del “Due Obelischi-Stesicoro”; e poi eliminare il cordolo e ripristinare la semplice (e inutile) striscia gialla al margine della strada sarebbe un imbarazzante ritorno al passato, contrario a ogni elementare principio di mobilità sostenibile, anche se è proprio questo che i commercianti chiedono, allarmati per le loro attività. «C’è stato un errore di comunicazione ma il progetto del Brt resta e anzi rappresenta il mezzo del futuro – dice l’assessore Arcidiacono – quindi adesso monitoreremo la corsia protetta a margine della carreggiata, adottando intanto varie misure tra cui i 200 posti auto a Largo Bordighera. È anche chiaro che puntiamo sulle quattro linee del Brt tra cui quella del Brt5 che attraverserà il viale Vittorio Veneto, tutte in attesa di progetto esecutivo e validazione, che dovranno essere pronte entro il 2020, per non perdere fondi del Pon Metro per oltre 7 milioni».
Condivisione e confronto con la città non dovrebbero mancare, dopo la “scottatura” del viale V. Veneto, e una particolare cautela sarà riservata al Brt2, che dovrà affrontare un altro tratto sensibile fra il traffico del viale Rapisardi fino a piazza Europa. Sulle altre direttrici, previsto il Brt3 dall’ospedale San Marco di Librino fino alla stazione, il Brt 4 dal parcheggio Fontanarossa a piazza Repubblica, e appunto il Brt5, dall’ospedale Cannizzaro a piazza della Repubblica, attraversando, in qualche modo, proprio i “maledetti” 700 metri del viale Vittorio Veneto.