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Blitz Ombra, l’ordine del reggente: «Arena si dovrà posteggiare»

Gli equilibri per la leadership del gruppo santapaoliano della Stazione. E la lezione di mafia del boss.

Di Laura Distefano |

Non sempre essere “l’anziano” significa acquisire la posizione di vertice. Non è stato così per Angelo Arena, arrestato mercoledì nel blitz Ombra della Squadra Mobile. Appena fuori dal carcere il boss navigato ha trovato il posto di “vertice” del gruppo della Stazione già occupato da Daniele Strano. Un leader che al posto della mediazione mafiosa preferisce i metodi violenti. Non a caso, lo scorso novembre lo hanno catturato armato fino ai denti. La sua filosofia sarebbe stata quella di “sparare a tutti”.Ma torniamo all’organigramma della cosca. In diversi passaggi delle intercettazioni emergono summit e incontri in cui Ciccio Russo, rappresentante di livello imprenditoriale della “famiglia” di Cosa nostra e legato da un rapporto di fratellanza con Enzo Santapaola (il primogenito di Nitto), aveva decretato l’esilio di Arena.

Il boss esiliato

L’11 maggio 2023 Salvatore Iudicello e Carmelo Fazio, personaggio di comando della squadra di Cibali, discutevano della questione relativa al «ruolo di Arena». Fazio raccontava di aver saputo da Strano che Russo in persona («il prossimo papa», lo definiva Iudicello in una conversazione dopo l’arresto del “cavadduzzo” Francesco Napoli nel blitz Sangue Blu del 2022, ndr) aveva dato ordini affinché ad Arena non gli fosse «attribuito alcun ruolo, nè direttivo, nè operativo all’interno del clan». «Ora lui si dovrà posteggiare», spiegava. Una scelta di campo che non sarebbe stata gradita a Mario Ercolano se fosse stato in libertà. Arena, infatti, avrebbe avuto dei rapporti molto stretti con il fratello Aldo (classe ‘74, da non confondere con il cugino).

La lezione di mafia

Nonostante fosse stato messo in panchina, Arena però non mancava di dimostrare la sua appartenenza storica ai Santapaola-Ercolano. E faceva anche da maestro al giovane “capo della Stazione” Daniele Strano sul fatto che la famiglia fosse un’unica “corporazione” e non vi fosse alcuna «contrapposizione». Un’alleanza sancita dal matrimonio tra Grazia Santapaola, sorella di Benedetto, con Giuseppe Ercolano. I due sono i genitori di Aldo Ercolano, il mandante dell’omicidio di Pippo Fava. Il boss di “razza”.Arena saliva in cattedra: «Questo te lo voglio spiegare perché io ci sono nato e so com’è la storia, quando viene uno e dice: “Santapaola”! Allora la famiglia è Santapaola! Ercolano nasce da una Santapaola che è Anna (fa un errore in realtà è Grazia, ndr) , la sorella dello zio Nitto, e da un Ercolano, lo zio Pippo, ed è nato Aldo Ercolano! È la stessa identica cosa! Lo zio Pippo si è levato e ha messo ad Aldo…».

Le pretese di Benny

Arena però non sarebbe stato l’unico santapaoliano a pretendere poltrone di rilievo all’interno dell’organizzazione criminale. Strano, il 4 luglio 2023, spiegava ad Alessandro Rugeri e Cristian Paternò che Benedetto Zucchero, figlio di Pippo, sarebbe stato scarcerato da lì a poco e avrebbe voluto occupare un posto dirigenziale al gruppo della Stazione in considerazione del cognome che portava. Ma per Strano quello che “meritava” erano punizioni fisiche per il suo avvicinamento ai Nizza. «Mi hanno avvisato che fra una settimana esce Benny… esce “scattiato”. Con questo collo che ho, gli possiamo dare botte Alfio e Alessandro… Ma io non ci credo che esce con la testa malata. Ma con chi fa discussioni che non è neanche Picanello lo riconosce».

Il dialogo avveniva mentre Strano accompagnava Paternò («quello che è per la strada», dicevano gli affiliati per spiegare il ruolo operativo dell’indagato rispetto al reggente defilato Russo, ndr) a un incontro in corso Indipendenza con Salvatore Mirabella ‘u paloccu’, ex uomo del Castello Ursino, che avrebbe fatto da collante tra Russo e gli affiliati.

L’incontro segreto

Corso Indipendenza era un luogo strategico: il 27 luglio 2023 Ciccio Russo – condannato nel processo Bulldog per concorso esterno e che era la voce dei Santapaola di “sangue” – incontrava Mirabella. I poliziotti monitoravano la riunione tra i due che fino a martedì hanno “gestito” gli affari di Cosa nostra. Ora c’è da trovare un nuovo capo supremo.

La replica del legale di Arena

L’avvocato Francesco Marchese nella qualità di difensore di Angelo Arena, in riferimento all’articolo pubblicato oggi sul vostro quotidiano, nel quale si parla del mio assistito come anziano boss, volevo evidenziare «che Arena non può essere definito boss in quanto non è mai stato condannato per associazione mafiosa, vi sono dei processi pendenti i quali però ancora non hanno ancora superato la soglia del giudizio di primo grado e comunque per definirlo un anziano boss presumo che avrebbe dovuto avere delle condanne precedenti. Tengo a chiarire questo perché definire boss un soggetto incensurato disturba non poco il soggetto in questione».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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