CATANIA – Nonostante fosse detenuto, il boss Giuseppe Scarvaglieri, capo del clan Scalisi di Adrano, collegato alla cosca Laudani di Catania, continuava dal carcere a mantenere la leadership del gruppo impartendo ordini e disposizioni. Il boss continuava ad essere, come riferito da un collaboratore di giustizia, “l’autorità suprema del gruppo”, che, oltre a compiere rapine ed estorsioni, imponeva una sorta di “dazio” ai fornitori di generi alimentari che volevano fare entrare la loro merce ad Adrano ed in particolare nel mercato ortofrutticolo del paese. Il gruppo inoltre compiva attentati intimidatori sia per costringere gli imprenditori a pagare sia o a pagare di più. Sono alcuni dei particolari dell’operazione, denominata “Illegal duty”, sfociata stamane nell’arresto da parte della Polizia di Stato di 36 presunti appartenenti alla cosca Scalisi di Adrano.
Tanti gli episodi estorsivi contestati, un numero che fa capire quanto la famiglia incidesse sull’economia locale. Ecco le principali richieste di pizzo ricostruite dagli investigatori:
1) Estorsione al titolare di un esercizio commerciale di oggettistica e articoli casalinghi di Adrano, costretto a versare una somma periodica a titolo “pizzo” pari a circa 300 euro al mese.
2) Tentata estorsione al titolare di un esercizio commerciale per la vendita di generi alimentari ad Adrano, nei cui confronti compivano atti idonei a costringerlo al versamento di una somma periodica, non riuscendo nell’intento per il rifiuto opposto dalla vittima.
3) Estorsione ial titolare di un esercizio commerciale di articoli sportivi di Adrano, in particolare posizionando di fronte al predetto locale una bottiglia incendiaria a scopo intimidatorio, lo costringevano a consegnare gratuitamente tute sportive a titolo di “pizzo”.
4) Estorsione al titolare di un esercizio commerciale di profumeria e pelletteria di Adrano, costretto al versamento di una somma di denaro a titolo di cd. “pizzo” pari a circa 150 euro al mese, poi ridotta a circa 100 euro.
5) Tentata estorsione in pregiudizio dei titolari di un bar di Adrano nei cui confronti compivano atti idonei a costringerli al versamento di una somma periodica a titolo “pizzo”, non riuscendo nell’intento per il rifiuto opposto dalle vittime.
6) Tentata estorsione in pregiudizio dei titolari di un vivaio di Adrano, nei cui confronti compivano atti idonei a costringerli al versamento di una somma periodica a titolo di cd. “pizzo”, non riuscendo nell’intento per causa indipendente dalla propria volontà, segnatamente per il rifiuto opposto dalle vittime.
7) Estorsione in pregiudizio del titolare di una panineria situata ad Adrano, costretto al versamento di una somma di denaro a titolo di “pizzo” pari a circa 100 euro al mese nonchè a consegnare merce senza pagare il corrispettivo dovuto.
8) Tentata estorsione in pregiudizio del titolare di una panineria ubicata ad Adrano, nei cui confronti compivano atti idonei a costringerlo al versamento di una somma periodica a titolo di “pizzo”, non riuscendo nell’intento per il rifiuto opposto dalla vittima.
9) Estorsione in pregiudizio del titolare dell’esercizio commerciale di casalinghi, cristallerie e vasellame ad Adrano, costretto a consegnare merce senza pagare a titolo di “pizzo”.
10) Tentata estorsione in pregiudizio del titolare di una stazione di servizio con annesso bar/ristorante ad Adrano, nei cui confronti compivano atti idonei a costringerlo al versamento di una somma periodica a titolo di “pizzo”, non riuscendo nell’intento per causa indipendente dalla propria volontà, segnatamente per il rifiuto opposto dalla vittima.
11) Estorsione ai titolari della ditta per la vendita di materiale edile ubicata ad Adrano, costretti al versamento di un “pizzo” pari a circa 500 euro al mese.
12) Tentata estorsione al titolare di un’azienda di lavorazione di prodotti ortofrutticoli ubicata ad Adrano, in particolare appiccando il fuoco agli automezzi della ditta predetta, compivano atti idonei a costringerlo al versamento di una somma periodica a titolo di “pizzo”, non riuscendo nell’intento per il rifiuto opposto dalla vittima.
13) Estorsione al titolare di un chiosco ubicato ad Adrano, costretto al versamento di una somma periodica a titolo di “pizzo” pari inizialmente a 300 euro al mese, successivamente ridotta a circa 200 euro al mese.
14) Tentata estorsione in pregiudizio del titolare di una cava ubicata ad Adrano, nei cui confronti compivano atti idonei a costringerli al versamento di una somma periodica non riuscendo nell’intento per il rifiuto opposto dalla vittima.
15) Estorsione al titolare di una ditta per la commercializzazione di uova ubicata a Paternò, costretto dapprima a non esercitare la propria attività di commercializzazione all’ingrosso di uova in Adrano, di fatto estromettendolo dal mercato locale a vantaggio di Maurizio Amendolia e successivamente lo costringevano a versare una percentuale sulle vendite quale indebito corrispettivo per il recupero di una fetta di mercato pari a circa il 40%.
16) Estorsione in pregiudizio del titolare di una ditta di vendita di materiale per l’agricoltura ubicata ad Adrano, costretto al versamento di una somma periodica pari a circa 1.000 euro ogni sei mesi.
17) Estorsione in pregiudizio del titolare di una pasticceria di Adrano, costretto al versamento di una somma periodica a titolo di “pizzo”.
18) Estorsione in pregiudizio del titolare di un esercizio commerciale per la vendita di surgelati e gelati ubicato ad Adrano, costretto al versamento di una somma periodica pari inizialmente a 200 euro al mese, successivamente ridotta a 100 euro al mese.
19) Estorsione in pregiudizio del titolare di un negozio di scarpe di Adrano, costretto al versamento di una somma periodica a titolo di “pizzo” pari a circa 100 euro al mese.
20) Estorsione al titolare di un esercizio commerciale di vendita di prodotti ortofrutticoli ubicato ad Adrano, costretto al versamento di una somma periodica pari a circa 100 euro al mese.
21) Tentata estorsione in pregiudizio del titolare di una ditta di piante e fiori di Adrano, in particolare collocando di fronte all’esercizio commerciale una bottiglia in plastica contenente liquido infiammabile, compivano atti idonei a costringerlo al versamento del “pizzo”, non riuscendo nell’intento per causa indipendente dalla propria volontà.
22) Estorsione in pregiudizio di un imprenditore edile, con ditta ubicata ad Adrano, costretto ad effettuare gratuitamente lavori di ristrutturazione presso l’immobile di proprietà di MACCARRONE Pietro per compensare il debito di 10.000 euro del Castorina nei confronti di BULLA Angelo.