CATANIA – I punti interrogativi sono tanti, e al quarto tentativo pesano inevitabilmente più di prima, anche alla luce di ciò che è recentemente emerso grazie all’inchiesta “Garbage Affair”. Quello che è certo è che non sarà facile risollevare il ciclo dei rifiuti e un servizio indispensabile e urgente per la città – come è stato ancora più chiaro a tutti nei due giorni di stop della raccolta alla vigilia di Pasqua – dallo stato di continua incertezza in cui è precipitato, tra proroghe e “appalti ponte”, in una provvisorietà sempre un po’ troppo vicina all’emergenza, spesso la prima alleata di interessi poco chiari in questo delicato settore.
Il Comune ci riprova, dunque, con un bando invariato per requisiti e modalità, ma con l’iter della “procedura negoziata”, cioé un invito alle imprese a presentare la propria proposta, alle stesse condizioni della gara da oltre 346 milioni per sette anni andata già tre volte deserta. Compresi i requisiti su numero di addetti, costi e percentuali ottenute (il 31% di differenziata per almeno tre mesi consecutivi nell’ultimo triennio, su un bacino di utenza pari al 25% dei catanesi, ovvero 80mila persone) negli ultimi mesi al centro delle polemiche.
Ma perché ora il Comune ha deciso la procedura negoziata? «E’ l’indicazione che abbiamo ricevuto dall’Anac dopo tre gare deserte – risponde l’assessore comunale Rosario D’Agata -. Abbiamo già inviato decine di inviti a imprese secondo noi idonee a partecipare, ma che dovranno poi dimostrare di essere in possesso dei requisiti necessari. Il termine per inviare le istanze scadrà il 18 aprile, speriamo che sia la volta buona».
Intanto procede il servizio in proroga alla Seneco, recentemente prolungato per un mese, fino al prossimo 30 aprile. Quello che succederà dopo è tutto da vedere, proroghe in extremis non escluse, e dipende dall’esito di questa quarta gara.
Certo che la complicata situazione dei rifiuti a Catania dà spazio alle critiche degli “avversari” del sindaco Bianco, a cominciare dal candidato sindaco del centrodestra Salvo Pogliese. «Purtroppo il Comune non ha trovato di meglio che attivare una procedura negoziata – ha detto – decidendo di proseguire a inviti per il mega appalto da 350 milioni, ripresentando le identiche condizioni dei precedenti bandi andati deserti. Di fatto, si sta riproponendo per la quarta volta – a trattativa privata – un bando con modalità che rendono ancora più opaca, se non oscura, una procedura che ha già condotto al fallimento del sistema di pulizia della città, con il 9,2% di raccolta differenziata. Non è poi infondato il timore che ciò possa condurre a ulteriori proroghe, rischiando di reiterare le disfunzioni al centro dell’inchiesta della Procura».
Secondo l’altro candidato sindaco, Emiliano Abramo, «riesce davvero difficile comprendere le motivazioni che spingono il sindaco Bianco a perseverare nella presentazione del bando “monstre”, e tutto questo con le stesse modalità sin qui utilizzate, in particolare per la parte riguardante la necessaria trasparenza in materia di evidenza pubblica».
Negativo anche il giudizio di Sinistra Italiana, che parla di «uno stesso capitolato sbagliato» e secondo cui la procedura negoziata deve essere subito revocata. Sinistra Italiana annuncia «specifiche iniziative a livello nazionale e regionale perché nella nostra città venga ristabilita la certezza del diritto e la trasparenza per atti amministrativi così importanti per la qualità della vita dei cittadini».
L’amministratrice della Dusty, Rossella Pezzino, che aveva già previsto l’esito delle precedenti gare, ritiene che anche stavolta l’esito sarà lo stesso, non essendovi vantaggio imprenditoriale a queste condizioni, e non è un pronostico che può far stare tranquilli, in una città quasi piegata da due giorni di blocco della raccolta, e in cui è difficile prevedere oggi cosa accadrà da qui all’estate, con le sue temperature che non ammettono alcun ritardo.