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Auto rubate, “clonate” e rivendute: catanese arrestato al Nord Italia

Di Redazione |

Catania – Un arresto a Catania per riciclaggio, ricettazione, falso e truffa. A dover rispondere dei reati è il catanese Salvuccio Schinocca, 42 anni, ex-titolare di una rivendita di auto usate, chiusa da tempo per cessata attività. Schinocca è stato arrestato dopo un’attività d’indagine svolta dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Catania sul riciclaggio e “clonazione” di autovetture di media e grossa cilindrata.

L’indagine ha portato alla luce l’avvenuta “clonazione” di nove autovetture di medio-alto livello: quattro Fiat “500X”, due Range Rover “Evoque”, un Range Rover “Discovery Sport”, una Jeep “Renegade”, una Nissan “Qashqai”: tutti veicoli smistati dall’uomo, arrestato a Busto Arsizio, non solo in ambito locale, ma anche extra-provinciale.

I veicoli erano stati oggetto di furti commessi in Campania, sui quali sono stati artatamente impressi i dati identificativi dei numeri di telaio di altri mezzi simili circolanti al settentrione e che venivano corredati da documentazione (Carte di Circolazione e certificato di Proprietà) rubata in bianco. La documentazione veniva opportunamente compilata in maniera tale da attestarne la proprietà in capo allo Schinocca, il quale, attraverso canali illeciti tutt’ora in via di accertamento, riusciva a reperire anche le targhe di immatricolazione a prima vista insospettabili, ma che costituivano veri e propri “duplicati” di quelle applicate al veicolo originale, circolante a centinaia e centinaia di chilometri di distanza. Così approntate, quindi, le autovetture-clone venivano immediatamente rivendute a prezzi di realizzo a ignari acquirenti, i quali erano convinti di aver fatto un ottimo affare. Il vero affare invece lo realizzava l’arrestato, i cui ricavi illeciti, per quanto accertato dalle indagini si aggirano complessivamente intorno ai duecentomila euro.

Ma dopo alcune segnalazioni, giunte dal Nord Italia, da parte di persone che avevano appurato di non poter rivendere l’auto, non risultando formalmente proprietarie del mezzo, ecco che l’imbroglio è emerso in tutta la sua evidenza. Proprio a seguito di tale tipo di segnalazioni fatte in diverse località del Nord Italia dai legittimi proprietari dei veicoli originali, è stato possibile analizzare numerosi casi che hanno avuto, quale comune denominatore, il coinvolgimento di Schinocca (o di persone a lui vicine) quale venditore del veicolo segnalato. Rintracciato il veicolo di volta in volta segnalato, è stato quindi accertato non solo l’avvenuta alterazione dei dati identificativi del veicolo-clone, ma anche la falsità delle targhe di immatricolazione e le efficaci contraffazioni dei numeri di poligrafico dei documenti di circolazione rubati in bianco.

Con riferimento alle targhe, è stato possibile focalizzare i microscopici dettagli, non rilevabili a colpo d’occhio, che ne attestavano la falsità, come ad esempio le dimensioni dei caratteri e delle loro interspaziature che differivano di pochi decimi di millimetro rispetto a quelli delle originali, e, con riferimento ai numeri poligrafici dei documenti, le minime contraffazioni su lettere e numeri (ad esempio, da “F” a “E” e da “3” a “8”), che consentivano il superamento di controlli in ordine alla loro reale provenienza delittuosa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA