È approdata al Molo centrale del Porto di Catania la nave norvegese “Siem Pilot” con a bordo 312 superstiti e le salme dei 49 migranti morti all’interno della stiva del barcone soccorso al largo delle coste libiche dal pattugliatore della Marina Militare Cigala Fulgosi. Sulla banchina sono ancora in corso le operazioni di sbarco dei migranti, che sono complessivamente 416. Altri 104 a bordo di un gommone sono stati infatti soccorsi dalla nave tedesca Werra e trasferiti poi sull’imbarcazione norvegese.
Le operazioni di accoglienza sulla banchina, coordinate dalla Prefettura di Catania, sono affidate a una task force formata dalla Croce Rossa, dalle organizzazioni umanitarie e dalle associazioni di volontariato, oltre alle forze dell’ordine e alla Guardia Costiera. Le vittime dell’ultima tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia – tutti uomini- erano nella stiva del barcone perché avevano pagato ai trafficanti un prezzo minore rispetto ai compagni di viaggio sistemati sulla coperta. La morte sarebbe stata causata dai gas di scarico dei motori. La procura della repubblica di Catania ha aperto una inchiesta per identificare gli scafisti e risalire ai responsabili della strage.
Oggi a Catania, durante i festeggiamenti estivi in onore di Sant’Agata, patrona della città, al passaggio delle reliquie in piazza San Placido non verranno esplosi i tradizionali fuochi d’artificio ma saranno lanciati 49 palloncini bianchi in cielo per ricordare le vittime della tragedia. «Una tragedia – ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco – che ricorda quelle della seconda guerra mondiale e che ha profondamente commosso la città nel giorno dei festeggiamenti per la patrona Sant’Agata, che, per decisione unanime, si svolgeranno in maniera estremamente sobria. Per domani, inoltre, ho proclamato il lutto cittadino».
Per quanto riguarda le salme, dopo i controlli, ai corpi sarà data sepoltura così come avvenuto per le vittime del naufragio del maggio del 2014 a Lampedusa – per le quali venne realizzato un mausoleo nel cimitero di Catania, con un verso della poesia, ‘Migrazioni’, del premio Nobel africano Wole Soyinka su ciascuna delle 17 tombe – e quelle della tragedia del mare del 18 aprile di quest’anno.