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Appalti rifiuti Catania, slitta udienza Gup

Di Redazione |

CATANIA – E’ stata aggiornata al prossimo 15 novembre, per una modifica al capo di imputazione, l’udienza preliminare davanti al Gup Giovanni Cariolo per la richiesta di rinvio a giudizio di Leonardo Musumeci, Rup di una gara, e di Salvatore Catanzaro, dipendente del Comune di Catania, nell’ambito dell’inchiesta “Garbage affair”, nata da indagini della Dia su appalti banditi dall’Ente per la raccolta di rifiuti per 350 milioni di euro. Musumeci è accusato di turbata libertà degli incanti, in qualità di Responsabile unico del procedimento (Rup) di gara per l’affidamento del servizio e Catanzaro di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale per avere omesso, durante una verifica, di attestare l’esistenza di un disservizio. Il 15 novembre, sempre davanti al Gup Cariolo, comincerà il processo col rito abbreviato ad altri tre imputati: l’imprenditore Francesco Deodati, della Eco.Car srl, per turbata libertà degli incanti; Antonio Natoli, dirigente dell’Ipi e del consorzio Senesi-Eco.Car, e la stessa società Eco.Car srl per corruzione. Gli altri tre imputati hanno patteggiato la sentenza di condanna: l’ex ragioniere generale dell’Ente, Massimo Rosso, (3 anni e il versamento al Comune di Catania di 9.100 euro) per corruzione; il funzionario dell’Ente Orazio Fazio (4anni), per turbata libertà degli incanti, corruzione e falso ideologico; e l’imprenditore Antonio Deodati della Eco.Car srl (3 anni e 4 mesi), per turbata libertà degli incanti e corruzione.

Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Sebastiano Ardita e dai sostituti Fabio Regolo e Alessandra Tasciotti, le indagini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, sulla controversa assegnazione dei lavori per la raccolta dei rifiuti a Catania che dopo un intervento del Tar ha sospeso il vecchio appalto valido fino al 2016 e ne ha realizzato uno “ponte”, visto che tre gare erano andate deserte. Un appalto da circa 350 milioni di euro in tre anni. E su quello, sostiene la Procura, avevamo messo occhi e mani aziende del settore, con passaggi di società, irregolarità amministrative non riscontrate da funzionari comunali compiacenti. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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