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Anno giudiziario, Meliadò: Giustizia più veloce e mafia ancora forte

Di Redazione |

Catania – “La cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario 2018 si svolge in un momento di particolare complessità per le istituzioni repubblicane, e che, se non mi inganno, si declina essenzialmente come bisogno di recuperare una autorevolezza necessaria, nei rapporti reciproci fra le istituzioni e nei rapporti fra le stesse e i cittadini”. Lo ha detto il presidente della Corte d’Appello di Catania, Giuseppe Meliadò, durante il suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2018. “A questa esigenza, che implica rispetto per gli ambiti di autonomia assegnati a ciascuna di tali istituzioni dalla Costituzione – ha aggiunto Meliadò – ma al tempo stesso superamento di ogni inclinazione alla separatezza e all’autoreferenzialità, una inclinazione del tutto incompatibile con la necessaria cooperazione che deve sussistere fra tutte le istituzioni per la realizzazione dell’interesse generale, non può sottrarsi nemmeno la Magistratura”. Il periodo in esame sull’amministrazione della giustizia è quello compreso tra il primo luglio 2016 e il 30 giugno 2017. 

“Dalle relazioni degli uffici inquirenti di primo grado emerge come rilevante rimanga il numero dei procedimenti che riguardano fatti di criminalità organizzata. In particolare le indagini svolte hanno dimostrato come le organizzazioni mafiose continuano a reinvestire i cospicui profitti derivanti dai traffici criminali, ed in particolare dal traffico della droga, in attività economiche apparentemente lecite ma esercitate con il metodo mafioso, realizzando così un’infiltrazione nel settore economico che finisce per depotenziare ed escludere dal mercato l’iniziativa imprenditoriale sana”. Lo ha detto il presidente della Corte d’Appello di Catania, Giuseppe Meliadò, durante il suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2018.  “I settori economici in cui si è registrata maggiormente tale infiltrazione – ha aggiunto il presidente della Corte d’Appello – sono quelli caratterizzati da bassa tecnologia, ampio ricorso a manodopera irregolare, disponibilità di ingente liquidità, possibilità di concorrere nei pubblici appalti. Tali profili contraddistinguono in tutto o in parte le imprese operanti nei settori delle costruzioni, del commercio all’ingrosso ed al dettaglio, dell’agroalimentare, del trasporto, della gestione delle sale scommesse, del ciclo del trattamento dei rifiuti. Si conferma, inoltre, l’allarmante e costante sopravvenienza dei reati in materia di stupefacenti e di atti persecutori, questi ultimi spesso conseguenti a conflittualità maturate all’interno di contesti familiari. Sensibilmente aumentato è il flusso dei reati contro il patrimonio – ha concluso il presidente – con particolare riferimento ai furti, alle rapine in danno di istituti di credito e furti di rame e ferro. Sostanzialmente stabile è anche il numero dei delitti di omicidio volontario e dei reati contro la pubblica amministrazione, mentre si è riscontrato un notevole aumento nella fase dibattimentale dei procedimenti per bancarotta semplice e fraudolenta”. 

«Il coinvolgimento dei magistrati della Corte nelle scelte di miglioramento organizzativo intraprese per ridurre i tempi dei processi e modernizzare la risposta di giustizia ha costituito il principale strumento per garantire l’effettività di obiettivi, essenzialmente affidati al superamento di una visione individualistica dei compiti del giudice, antica e radicata nella mentalità degli operatori di giustizia, ma priva ormai di alcuna capacità propulsiva», scrive ancora il presidente della Corte d’Appello di Catania, Giuseppe Meliadò, nella sua relazione. «Lo stato dell’amministrazione della giustizia nel distretto è stato influenzato da questo orientamento al cambiamento – osserva il presidente Meliadò – e nonostante il persistere di risalenti criticità, manifesta indubbi segnali di miglioramento, sia sul piano della qualità della risposta giudiziaria, della capacità, in altri termini, dell’apparato giudiziario di dare risposta a fenomeni complessi (dall’immigrazione, alle nuove strategie criminali), sia dei tempi necessari per il suo intervento, che si sono significativamente contratti e, comunque, manifestano un’inversione di tendenza rispetto al passato».  

«Risultati importanti riguardano l’edilizia giudiziaria che è un’esigenza di tutta la città. Abbiamo palazzi di giustizia disgregati, 21 plessi giudiziari e si paga tantissimo per avere servizi non all’altezza dei bisogni dei cittadini. L’attività di riqualificazione di viale Africa oggi ha fatto un ulteriore passo avanti. Ieri il presidente Nello Musumeci mi ha telefonato e detto che giorno 25 è stato firmato il primo decreto di finanziamento dei lavori di viale Africa. Si parte con le gare e con i lavori per la realizzazione del nuovo Palazzo di Giustizia». 

«La collaborazione instaurata con le associazioni internazionali e i soggetti istituzionali, anche stranieri, coinvolti nel fenomeno degli sbarchi ha consentito di far passare le iscrizioni sul registro per i reati di tratta e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina da due a 48 procedimenti, gettando luce su un cono d’ombra particolarmente inquietante per le prospettive stesse di protezione umanitaria, fortemente attenzionate nel Distretto». Lo ha detto il presidente della Corte d’Appello di Catania, Giuseppe Meliado, durante il suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2018,. «Lo dimostra l’intensa ed encomiabile attività di collaborazione interistituzionale promossa dal Tribunale per i minorenni – ha aggiunto Meliadò – in favore dei migranti minorenni soli e delle migranti, provenienti in specie dalla Nigeria e vittime di tratta e di sfruttamento della prostituzione, con esiti assolutamente positivi riguardo ai percorsi di integrazione e di tutela. Il lavoro svolto dagli uffici minorili, che fronteggiano da soli quasi il 40% di tutti gli ingressi dei minori soli, merita il più ampio plauso». 

“La Magistratura non può non porsi il problema sia del rafforzamento dell’immagine di imparzialità dell’ordine giudiziario – ha sottolineato Meliadò – sia della sua capacità di dare risposte affidabili, sul piano della qualità dell’intervento giudiziario e della sua efficienza, risposte affidabili, in quanto frutto di una equilibrata e trasparente ponderazione degli interessi ricavabili dal sistema costituzionale, ed in quanto operate in tempi ragionevolmente accettabili”.

Foto di Orietta ScardinoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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