CATANIA – Una notizia di una gravità inaudita che rischia di fare aumentare i contagi negli ospedali. Una notizia del genere mette soprattutto a rischio il personale che lavora nei reparti di pronto soccorso e degli altri settori dedicati Covid e complica anche l’individuazione dei positivi da distinguere dai pazienti negativi che dovendo restare in reparto il tempo dei tamponi potrebbero contagiarsi. Vogliamo comunque sperare che gli altri laboratori abilitati dall’assessorato alla Salute abbiano avviato i controlli anche se da indiscrezioni ancora oggi nemmeno il Cannizzaro e il San Marco, i cui laboratori sono stati abilitati, avrebbero iniziato l’esame dei tamponi.
Ieri il laboratorio centralizzato dell’azienda Policlinico ha inviato una comunicazione agli ospedali per metterli al corrente che «a seguito della mancata fornitura di reagenti per la diagnosi di Covid i campioni pervenuti a questo laboratorio verranno conservati a temperatura controllata e processati appena possibile. I campioni sono comunque a vostra disposizione per l’eventuale ritiro qualora indicato con comunicazione ufficiale».
Ciò cosa vuol dire? Che in attesa dei reagenti il dato dei positivi a Catania potrebbe essere falsato. Ma quello che è più grave è che i medici dei reparti sensibili si ritroveranno in pronto soccorso i casi sospetti per i quali il dilemma sarà quello di tenerli in reparto, addirittura chissà quanti giorni, oppure fare una anamnesi e disporre sbagliando il trasferimento nei reparti di malattie infettive di soggetti che hanno solo una febbricola.
Insomma una situazione difficile da gestire che mette a rischio anche i medici che se infettati potrebbero a loro volta contagiare i pazienti che visitano. Inoltre a questo punto non sappiamo se lo stop ai tamponi falsa anche i dati divulgati dalla Protezione civile regionale che indica a Catania rispetto a ieri 350 casi, con 127 ricoverati, 16 guariti e 21 deceduti. Il 27 marzo i casi erano 344, con 129 ricoverati, 13 guariti e 18 deceduti. Insomma un dato in positivo che lascerebbe ben sperare. Ma a questo punto quanti sono i tamponi conservati in attesa di esame? E quanti sospetti in attesa sono stati mandati a casa?
La risposta a questo colpo di scena arriva in serata da una diretta facebook dell’assessore regionale Ruggero Razza. L’assessore spiega che presto «un tema sul quale ci si dovrà raffrontare è quello dei reagenti perché molti di questi vengono prodotti da società straniere che oggi sono impegnate a gestire i propri mercati nazionali. Abbiamo chiesto alla Protezione civile di aiutarci mettendo in campo tutti gli sforzi indispensabili per aumentare i reagenti in maniera tale che i 20 laboratori che oggi possono esaminare i tamponi vengano messi nelle condizioni di procedere celermente».
Questa la spiegazione della Regione. E dire che tutti sostengono che al sud bisogna evitare che il contagio si allarghi… Nessuno forse in passato ha pensato bene di premunirsi in numero adeguato di questi kit, una carenza che oggi rischiano di aggravare una situazione che solo per fortuna non è ancora allarmante.