Catania
Aggrediti in auto in Calabria, un fermo e venti denunciati: sono ultrà del Catania
CATANZARO – Venti persone denunciate e una sottoposta a fermo con l’accusa di rapina aggravata, lesioni e danneggiamento. Sono stati identificati, nella notte, dalla Polizia di Stato i presunti autori, tutti appartenenti alle frange estreme della tifoseria ultras del Catania, del raid vandalico avvenuto a Lamezia Terme ai danni di quattro persone.
L’aggressione ai danni delle quattro vittime, partite da Reggio Calabria e dirette a Cosenza, è iniziata sull’A2 dove la vettura è stata poi costretta dagli ultras etnei diretti a Matera a lasciare l’autostrada per raggiungere la stazione ferroviaria di Lamezia Terme. Qui si è consumato il raid con la rapina, il danneggiamento e il lancio di un fumogeno all’interno dell’abitacolo. Due gli occupanti rimasti feriti.
Gli investigatori del Commissariato di Lamezia Terme e della Digos di Catanzaro con l’ausilio della Polstrada e delle Digos di Catania e Matera, sono riusciti a risalire all’identità degli aggressori che sono stati individuati nella notte.
Secondo quanto ricostruito dalla Digos, ci sarebbe uno scambio di persona alla base dell’inseguimento e poi della feroce aggressione subiti dai quattro reggini a bordo di un’auto ieri mattina a Lamezia Terme da parte di un gruppo di ultras del Catania diretti a Matera.
I tifosi avrebbero scambiato gli occupanti dell’auto assalita, docenti reggini che stavano raggiungendo Cosenza per un corso di aggiornamento, per sostenitori della squadra calcistica del Siracusa, rivali storici del Catania. A complicare le cose, infatti, c’è stato il particolare che uno degli occupanti dell’auto oggetto del raid indossasse una maglietta bianca e azzurra, colori sociali del Siracusa.
Dopo avere raggiunto la vettura dei presunti rivali, a seguito di un tallonamento avviato all’altezza di Pizzo Calabro e protrattosi fino alla stazione ferroviaria di Lamezia Terme, gli ultras catanesi hanno dato sfogo alla violenza. A fare cessare l’aggressione che è culminata con il lancio di un fumogeno e la rapina di uno zainetto contenente effetti personali, è stato proprio l’intervento di un agente della Polfer.
Immediatamente dopo la fuga del gruppo sono state acquisite le immagini registrate dai sistemi di video sorveglianza posizionati sul lungo dove è avvenuta l’aggressione e sono stati acquisiti elementi importanti per ricostruire i fatti. E’ emersa la presenza di due pulmini e due auto su cui viaggiavano i tifosi etnei e si è potuto verificare la dinamica esatta dell’aggressione e i partecipanti, in tutto 21.
Il fermo è stato applicato all’autista di uno dei pulmini, che sarebbe si sarebbe reso responsabile di rapina, danneggiamento, lesioni personali e detenzione illegale di materiale esplodente. A carico dei partecipanti al raid, tutti denunciati in stato di libertà, saranno avviate anche le procedure per l’applicazione di Daspo.