Aggredisce i medici e distrugge i monitor: ancora violenza all’ospedale Vittorio Emanuele di Catania

Di Giuseppe Bonaccorsi / 18 Luglio 2018

CATANIA – Resistenza a pubblico ufficiale, violenza e interruzione di pubblico servizio. Per questi reati un trentaduenne  catanese, Giovanni Corsaro, è stato arrestato e posto ai “domiciliari” da agenti delle Volanti. I poliziotti erano stati chiamati dal personale medico del Pronto soccorso del Vittorio Emanuele. L’uomo, per un diverbio sulle modalità di assistenza – dopo che, ubriaco, era rimasto nella notte vittima di un incidente stradale – è andato in escandescenze contro gli infermieri e i medici del presidio di emergenza e dalle parole è passato ai fatti scagliando violentemente contro il personale una barella e poi distruggendo alcuni monitor salvavita che si trovano all’interno delle postazioni del reparto, per un danno stimato che si aggirerebbe sui 10 mila euro.

 I medici e le guardie di vigilanza intervenute hanno dovuto faticare per cercare di   calmare l’uomo che sembra pretendesse un ricovero per le cure mediche. A quel punto   la dirigenza del reparto, visto che l’uomo rischiava di mettere a rischio anche gli altri   pazienti che in quel momento si trovavano negli ambulatori, ha chiesto l’intervento   tempestivo della polizia che è giunta in pochi minuti.

 A questo punto sembra che il 32enne abbia posto resistenza anche agli agenti, due   dei quali sarebbero rimasti contusi durante le operazioni per cercare di calmarlo. Dopo   essere riusciti a riportarlo alla ragione, il giovane è stato portato in questura dove sono   poi scattati gli arresti domiciliari per il reati di resistenza, violenza e interruzione di   pubblico servizio.

 E’ inutile dire che siamo alle solite e che, nonostante il rafforzamenti dei presidi di   vigilanza, i pronto soccorso – e soprattutto quello “caldo” dello storico Vittorio   Emanuele  – continuano a restare territorio di scorribande e di aggressioni di chi   pretende di essere visitato subito.

 Nel gennaio del 2017 si verificò il fatto più grave, quando una “spedizione punitiva” di un gruppo di giovani irruppe all’interno delle sale del presidio per picchiare un medico che si era rifiutato di fornire le generalità di una giovane che, caduta col motorino, aveva graffiato l’auto di un pregiudicato. Ma anche prima che dopo quell’episodio le aggressioni sono continuate e a nulla sono valsi i comitati per l’Ordine e la sicurezza convocati.

Una proposta di legge presentata alla Camera mira ad apportare una modifica all’art. 357 del Codice penale in materia di attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario nell’esercizio delle funzioni. Una iniziativa – peraltro bene accolta anche dall’Ordine dei medici – per cercare di proteggere l’incolumità dei sanitari che si trovano non soltanto ad assistere i malati, ma anche a doversi difendere dai continui soprusi di chi pretende una assistenza personale.

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Redazione
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