Acireale. Spaccio di soldi falsi nelle chiese di Acireale. E’ l’ultima originale trovata dei falsari che, in appena sei mesi, avrebbero raggirato una decina di parrocchie cittadine, piazzando svariate migliaia di euro di soldi contraffatti durante i funerali che si celebrano in città. Smerciata carta moneta falsa da venti e cinquanta euro agli ignari delegati del parroco che si occupano di compilare i moduli delle offerte del “fiore che non marcisce”, denaro destinato principalmente alla mensa della Caritas e ad altre missioni caritatevoli del territorio. Un ottimo business per i contraffattori, un pessimo affare per la curia che si è vista ridurre considerevolmente l’obolo.
Il sistema escogitato dai criminali è davvero ingegnoso: si presentano ai funerali, confusi tra parenti e amici del defunto, raggiungono la sagrestia tenendo in mano 50 euro, ovviamente farlocchi, che ripongono nella cassettina delle offerte, indicando un nominativo falso da trascrivere sulla ricevuta, assieme alla cifra donata; mai superiore alle cinque euro, incassando in cambio 45 euro di soldi buoni. Semplice, veloce e sicuro. L’originale metodo avrebbe consentito ai malviventi di smaltire migliaia di banconote falsificate, senza essere scoperti. Ad un sagrestano, rimasto vittima del raggiro, gli sono stati rifilati 200 euro falsi – 4 fogli da 50 euro – nell’arco di appena tre mesi e in due distinti funerali.
Il collaboratore del parroco della chiesa “Beata Maria Vergine aiuto dei Cristiani, di San Giovanni Bosco, borgata a Nord di Acireale, ha raccontato agli investigatori “di non aver memorizzato il viso del presunto falsario, ma di ricordare che celava con fare sospetto la banconota nel pugno chiuso della mano”, espediente che sarebbe stato adottato in altre circostanze, e sempre durante le esequie. Questa sarebbe l’unica testimonianza attendibile sul modus operandi adottato dalla banda de “ la stangata del fiore che non marcisce”, che ha già ingannato diverse parrocchie della città e messo in allarme i preti. Don Carmelo Raspa, conferma: “siamo stati presi di mira da questi malfattori, ma abbiamo adottato le contromisure” Un tempo erano i titolari di tabaccherie e bar le vittime prescelte dagli spacciatori di soldi falsi.
Col tempo, gli esercenti raggirati e stanchi di coprire ammanchi di cassa considerevoli, hanno fatto ricorso agli ultimi ritrovati della tecnologia, acquistando lettori ottici in grado di riconoscere all’istante la carta moneta falsificata, e di qualsiasi taglio, costringendo falsificatori e falsari a cercare nuove strade. La Curia, che mai avrebbe immaginato di finire nel mirino dei falsari, ha emanato un dettagliato vademecum, invitando i responsabili della raccolta delle offerte ad accertare personalmente l’autenticità del denaro che finisce nell’offertorio, con particolare attenzione ai tagli di 20 e 50 euro, distribuiti in gran numero nelle chiese dai falsari sacrileghi che, con le loro azioni, oltraggiano la memoria dei defunti e sottraggono denaro alle opere di caritatevoli.