Catania
Acireale, misterioso furto di videopoker
Acireale (Catania) – Potrebbe esserci il gesto di stizza di uno o più scommettitori incalliti e perdenti dietro il furto di due slot machine, prelevate la notte scorsa col metodo della spaccata all’Eni Bar dell’area di servizio di viale Ionio ad Acireale. Il commando, composto da almeno 4 uomini, ha agito intorno alle 4 del mattino sfondando, forse con l’ausilio di un’auto ariete, l’ingresso dell’attività commerciale, da dove ha rubato due dei tre video poker, sistemati dietro un séparé. Strano che i malviventi abbiano ignorato la cassaforte a muro contenente l’incasso in contanti della vendita del carburante, così come la macchinetta scambia soldi e la merce di valore esposta al bar. Quale mente criminale sarebbe disposta a rischiare una dura condanna e rubare i video poker, il cui profitto viene prelevato dagli addetti a fine giornata? Altra anomala coincidenza è legata al fatto che il sistema di sorveglianza collegato con la centrale operativa della vigilanza privata non sia scattato, particolare che ha permesso ai malviventi di agire in tutta tranquillità. Le immagini catturate dal sistema di video sorveglianza, purtroppo, non aiutano gli investigatori a ricostruire la dinamica del colpo. Rimane da stabilire se i ladri abbiano utilizzato un’auto ariete, a bordo della quale hanno poi caricato la refurtiva, oppure se hanno scardinato l’ingresso dell’esercizio commerciale utilizzando attrezzi da scasso per poi caricare i pesanti macchinari su un mezzo furgonato con il quale si sarebbero dati alla fuga. Abbattere l’ingresso dell’esercizio commerciale per impossessarsi dell’incasso contenuto nei macchinari del “mini casinò”, appare quanto mai ardita come azione delittuosa. I furti con il metodo della spaccata, solitamente vengono pianificati da bande di professionisti che mirano a bancomat di banche e uffici postali, più raramente a negozi di abbigliamento, e possono fruttare cifre considerevoli. Mirare all’incasso e al valore commerciale dell’eventuale vendita dello slot macchine che, per inciso, non possono essere rivendute in quanto censiti col sistema nazionale delle scommesse on – line di cui è esclusivista lo Stato, alimenta non pochi dubbi tra gli investigatori dell’Arma sugli autori dell’originale furto.