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Aci Catena, proseguono indagini Dia su appalto e su ipotesi fuga di notizie

Di Carmela Marino |

CATANIA – Saranno interrogati domani mattina, nella casa circondariale di Catania, dal Gip Anna Maggiore, il sindaco di Aci Catena, Ascenzio Maesano, il consigliere comunale Orazio Barbagallo e l’imprenditore Giovanni Cerami, fermati ieri dalla Dia per corruzione contraria ai doveri d’ufficio. Il Giudice delle indagini preliminari dovrà decidere sulla convalida del fermo, disposto dalla Procura, e sulla richiesta di emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Al centro delle indagini della Dia di Catania, che è avvalsa anche di intercettazioni e pedinamenti, una presunta tangente da 15mila euro che l’imprenditore, secondo l’accusa, ha consegnato al consigliere comunale, che l’ha poi equamente divisa con il sindaco, per il rinnovo del contratto di fornitura del servizio di assistenza e manutenzione dei sistemi software e hardware del Comune di Aci Catena e l’aggiudicazione del progetto esecutivo ‘Home Carè finanziato dall’Unione europea con 252.000 euro.

Accertamenti sono in corso, come sottolineato dal procuratore Carmelo Zuccaro, sia sullo stesso contratto e la sua estensione nel tempo, ma anche sulla fuga di notizie che sono emerse dalle indagini e dai comportamenti dei tre indagati che temevano di essere intercettati. Come emerge da un colloquio tra Barbagallo e Cerami nel fissare un appuntamento: «vieni vestito leggero, leggerissimo…», dice il consigliere comunale. Un invito, in maniera criptica, secondo gli investigatori, a lasciare a casa il cellulare. O come quando Barbagallo telefona al sindaco per avvisarlo di «avere una bella notizia» da dargli. Si vedono in campagna in un posto isolato, e il consigliere invita Maesano a «spegnere il telefonino e a togliere la batteria» e per evitare di essere ascoltati alzano anche il volume della radio. Ma in sottofondo si sente il ‘rumore dei soldì. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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