21 dicembre 2025 - Aggiornato alle 20:22
×

Acchiappafantasmi in trasferta a Catania dove ci sono alcune "zone sensibili"

Un giornalista del mistero e un “cacciatore” locale raccontano le tecniche per indagare sul paranormale

Rossella Iannello

15 Marzo 2025, 11:49

Il Castello Ursino a Catania e il giornalista Gian Luca Marino

Il Castello Ursino a Catania e il giornalista Gian Luca Marino

«Esistono i fantasmi? Non c’è una prova provata, ma tantissime, troppe testimonianze. E per novanta casi riconducibili a suggestione o coincidenze, gli altri dieci restano senza spiegazione». È il salomonico parere espresso da Gian Luca Marino, giornalista e scrittore del mistero, milanese in trasferta a Catania «città ricca di fantasmi», nel corso di un incontro dedicato appunto ai “Fantasmi a Catania”.

Nessun lenzuolo volante, nessun effetto speciale, ma un incontro “laico” destinato ad esplorare il buio mondo delle presenze paranormali nel comprensorio, fra Storia, storie, leggende e approccio scientifico. Quello che usano i Ghosthunter catanesi, ricercatori del paranormale, il cui responsabile, Michele Torregrossa, è stato il coprotagonista dell’incontro.

Occuparsi di fantasmi non è affar nuovo, come dimostra la testimonianza di Plinio il Giovane chiamato a valutare un caso di casa infestata. E anche nell'antica Grecia, fin dai tempi di Omero, si credeva che i morti che non avevano ricevuto sepoltura o le vittime di morte violenta fossero destinati a vagare per il mondo come fantasmi. Ma è con il progressivo dilatarsi dei mezzi di comunicazione che di presenze soprannaturali o extra ordinari si parla sempre di più.

Anche a Catania, città magica seconda solo a Torino, capitale indiscussa del paranormale.
«I picchi di incidenza dei fenomeni paranormali? Sicuramente - spiega Marino -
“I picchi di incidenza dei fenomeni paranormali? Sicuramente - spiega Marino - nella zona del Castello Ursino, di San Cristoforo e via Umberto, ma anche a Leucatia e in via Crociferi, la strada più misteriosa di Catania».
E, proprio partendo da via Crociferi, il giornalista e studioso comincia a raccontare. Niente nomi, per questioni di privacy, ma riferimenti precisi. «In quella strada, fra gli Anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso - spiega - esisteva una rivendita di vino. Il proprietario e la moglie, senza figli avevano prima assunto e poi adottato un ragazzino che li aiutava nello spaccio. Senonchè, di notte, cominciano ad accadere cose strane: i fiaschi e le damigiane conservate in una cantina sottostante cadono e si fracassano a terra. Succede tante volte finché il padrone si apposta in cantina dove vede con i suoi occhi i bottiglioni alzarsi in aria e ricadere fragorosamente. Scappa, naturalmente ma non si può andare avanti così. Fa intervenire un sacerdote che benedice i luoghi, indaga a tutto campo ma non succede niente. Le attenzioni si spostano sul ragazzo in casa, ma lui la notte dorme. Fatto sta che, allontanandolo dall’abitazione, i fenomeni cessano».

E questo dell’adolescenza come focus di attrazione di energie oscure, topos di tanti film da l’Esorcista a Carrie, lo sguardo di Satana, torna nei racconti di Torregrossa, che da 25 anni opera sul territorio. Il team dei Ghosthunter si occupa di indagare gratuitamente su richiesta di privati (con un’attrezzatura che conta non solo videocamere a infrarossi, ma anche Termocamera, radio con rumore bianco Scanner Termico, Sensori di movimento, termometro laser ecc) su presunti fenomeni paranormali.
«Le famiglie ci chiamano soprattutto negli ultimi anni per segnalarci fenomeni strani che succedono nelle case, infestate, lo rivelano poi le indagini da qualche anima rimasta intrappolata, ingenuamente evocate nel corso di sedute spiritiche alla buona organizzate dai ragazzi di casa con gli amici, magari con il classico piattino. È accaduto in una casa di Nicolosi, ma anche a Catania».
E, a proposito di sedute spiritiche lo spiritismo arriva a Catania direttamente da Palermo nei primi anni del Novecento. «Ma si tratta - spiega Marino - di un fenomeno culturale, una sorta di moda fra le classi nobiliari che contagia anche gli scrittori come Capuana. E in quegli anni, in un palazzo nobiliare catanese che non è Palazzo Biscari - specifica - mentre è in corso una seduta spiritica e i partecipanti formano una catena, fuori scoppia un improvviso temporale con tuoni e forti lampi. Tanto basta per fare spaventare una nobildonna che scappa, rompendo bruscamente la catena. Da lì, nel palazzo, ne accadono di tutti i colori, da apparizioni, rumori, oggetti che si muovono e così via. Solo l’esorcismo di un prete, convocato in gran segreto mette fine al poltergeist».

Ed è sempre il giornalista del mistero a raccontare altri due casi, più recenti avvenuti a Catania dove una famiglia di origine etnea ma residente altrove, torna ogni anno per la festa di Sant’Agata. Quell’anno prendono in affitto per una settimana una casa in via Umberto alta: da lì possono avere una bellissima visuale sulla processione. Appartamento comodo e ben alloggiati se non fosse per un profumo di rosa insistente che la sera si insinua a casa e che diventa più intenso quando è già ora di lasciare Catania. E nella finestra si disegna un volto maschile… «La famiglia riparte me, soprattutto la signora è un po’ turbata. Così decide di raccontare alla padrona di casa quanto avvenuto. La risposta è forse più inquietante: ah, quello era mio padre, gran fimminaro che omaggiava sempre le signore con un gran mazzo di rose».
Via Plebiscito, una insegnante di Enna in servizio a Catania, stanca di viaggiare, trova un bivani a ottimo prezzo d’affitto. Senonché in quella casa comincia a sentirsi «osservata e oppressa». E poi, nel piccolo bagno, una boccetta di profumo sale in aria e viene scagliata in terra fracassandosi e una sera, nello specchio appare un volto carico di cattiveria.. «Ce n’è abbastanza da scappare, come ha fatto la donna e il padrone di casa che forse sapeva, le ha restituito subito e senza fiatare le somme versate».
Ma ci sono luoghi particolarmente “segnati” dai fantasmi? Michele Torregrossa non ha dubbi. «I ruderi del castello del duca di Misterbianco (che si trova nell’Oasi del Simeto) è pieno di presenze e teatro di molti fenomeni. E noi lo usiamo anche quando dobbiamo tarare una nuova attrezzatura». Ma ci sono anche i bunker di Brucoli e i luoghi di sofferenza come i vecchi orfanatrofi o i vecchi ospedali dismesso come l’ex Ascoli-Tomaselli. «Una volta a Ragalna - racconta - lo spirito di una bambina vissuta nel brefotrofio, finita l’esplorazione, ci seguì a casa. Ci volle molta pazienza e l’intervento di un prete per convincerla a tornare fra le anime. A volte chiedono soltanto un lumino, o un fiore, o una preghiera per raggiungere la pace».