CATANIA – Esprimo il mio «completo pentimento per i fatti per cui sono accusato», dopo «una lunga riflessione» che «ha fatto di me un’altro uomo», perché ho “fatto molto male” e sono «profondamente amareggiato e pentito». Così, nella sua «confessione» vergata a mano, padre Pio Guidolin, condannato a 12 anni dalla Corte d’appello di Catania per violenza sessuale aggravata su minorenni. In primo grado gli erano stati comminati 14 anni col rito abbreviato.
«Mai e poi mai – scrive ancora il sacerdote nella missiva agli atti del processo – succederanno nella mia vita futura fatti analoghi. Ho fatto molto male, oltre che a questi ragazzi, anche alle persone che credevano in me e di ciò sono profondamente amareggiato e pentito». Don Guidolin, nella missiva, chiede alla Corte d’appello di Catania di avere “considerazione del mio stato d’animo di oggi» che lo vede come “un uomo profondamente cambiato». Il legale del sacerdote, l’avvocato Vittorio Lo Presti, alla luce «dell’evidente profondo cambiamento» del suo assistito, ritiene che «le esigenze cautelari possano tranquillamente definirsi attenuate» e ha chiesto alla Corte d’appello di concedere gli arresti domiciliari a don Pio Guidolin, che è detenuto da 23 mesi. «E’ evidente – aggiunge il penalista – che dai domiciliari non potrà reiterare i fatti che, comunque, non potranno più essere commessi perché non potrà essere più un sacerdote, ma, soprattutto, perché ha compreso il male fatto ed è suo intento dedicare la vita che gli rimane alla riparazione di questo».