Ordine pubblico
A Catania una movida ancora senza regole e rispetto: chiesti controlli più mirati
La presidente della commissione "Regolamenti" Ciancio: «Perché non si fanno applicare le norme già previste e si potenziano i controlli?». L’assessore Gelsomino: «Serve analisi attenta»
Nonostante i continui controlli interforze predisposti dal questore Giuseppe Bellassai e nonostante il Comune sia al lavoro per un nuovo regolamento continua a essere una movida senza regole quella delle notti catanesi. Per il corretto svolgimento delle attività di esercizio pubblico e di intrattenimento regole e paletti risultano assolutamente necessari e non da oggi, se consideriamo come si “sveglia” puntualmente la città nelle mattine dopo le serate “classiche” della movida, ad esempio tra bottiglie di vetro (e non solo) abbandonate in strada, ma ancor di più come non si possa andare a letto per riposarsi nelle suddette serate in cui spesso e volentieri non si rispettano gli orari di chiusura, i suoli pubblici concessi, le fasce di rispetto come da codice della strada, i livelli di emissioni musicali (se e quando autorizzate).In generale, purtroppo, non si rispettano regole di pacifica convivenza e rispetto.
Il corto circuito non è lontano e lo si è capito già ieri mattina nella seduta della commissione “Regolamenti”, presieduta da Gianina Ciancio (M5S) con l’audizione dell’assessore alle Attività produttive Giuseppe Gelsomino. Per inciso, una nuova seduta è già stata convocata per domani, mercoledì, con il Coordinamento dei comitati dei residenti, che ha già preparato una serie di emendamenti al Regolamento Movida.
«Da cosa nasce – ha chiesto Ciancio – l’esigenza di un nuovo regolamento e non piuttosto far applicare quelli già esistenti con il potenziamento dei controlli?». «Noi – ha risposto l’assessore – abbiamo fatto questi regolamenti, anche se uno poi è stato ritirato (quello sui dehors, ndr) perché credo sia meglio, piuttosto che lasciare alla valutazione degli operatori e dei residenti, per far collimare le esigenze dei residenti, in alcuni casi anche esasperati e degli operatori che hanno bisogno di regole».«Sui controlli – ha proseguito Gelsomino – non sono io che decido dove e quando farli, ma polizia locale, polizia e carabinieri: auspichiamo ci siano sempre, specie in zone come via Gemmellaro e piazza Bellini, piene di persone e non solo a causa dei locali».
L’antipasto dell’incontro con i Comitati dei residenti è servito: «non che i controlli non ci siano – precisano dall’Associazione Centro storico – ma non sono mirati dove davvero servono e dove continua a regnare l’anarchia. Un esempio? Via Pulvirenti nel caos fino alle 4 del mattino, invasioni di moto e motorini pur in zona a traffico limitato, musica alta. Il dubbio è che sia una zona abbandonata, coscientemente, da tutte le forze dell’ordine». Un altro esempio, i decibel sforati proprio sabato scorso in piazza Scammacca.«In pratica il centro storico è ridotto a un suk, non degno di un grande sito Unesco da tutelare – calca la mano Anna La Rosa, del Coordinamento dei comitati – il regolamento movida? Abbiamo già alcuni emendamenti pronti: nulla viene detto in merito all’accessibilità dei residenti e, soprattutto, dei mezzi di soccorso. È incerta la sorveglianza che gli esercenti dovranno esercitare sul comportamento degli avventori, ancora più incerta la sorveglianza sulla sorveglianza».Eppure la stessa Cassazione si era già espressa in merito, con la sentenza n. 28570 del 2 luglio 2019 che dice: «il titolare della gestione ha l’obbligo giuridico di vigilare affinché i comportamenti dei clienti non sfocino in condotte illecite violatrici della quiete pubblica».Sulle emissioni musicali e l’impatto acustico «occorrono specifiche autorizzazioni e obblighi da rispettare. O non si può fare. Detto tutto questo siamo scettici sull’applicazione del regolamento – conclude – ma vogliamo comunque far sentire la nostra voce»COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA