Sono 49 le vittime dell’ennesima tragedia del mare avvenuta ieri al largo della Libia. Lo rende noto la questura di Catania. I cadaveri insieme ai 312 migranti tra cui 45 donne e 3 minori sopravissuti arriveranno domani mattina a Catania sulla nave norvegese Siem Pilot al servizio di Frontex. Inizialmente era stato ipotizzato che sopravvissuti e cadaveri sbarcassero a Porto Empedocle (Ag), poi alla Capitaneria di porto e alla Questura è arrivata la nuova direttiva. Intanto la procura di Catania ha aperto un’inchiesta sulla morte dei migranti. La nave Siem Pilot, su cui sono stati trasbordati i sopravvissuti, soccorsi dal pattugliatore Cigala Fulgosi, sbarcherà a Catania anche altri 103 migranti soccorsi dalla nave militare tedesca Werra a bordo di un gommone in difficoltà.
«Catania si appresta a dare accoglienza ai superstiti e pietosa sepoltura alle vittime». Con queste parole il sindaco Enzo Bianco ha reso noto che domani mattina attraccherà nel porto cittadino la nave norvegese Siem Pilot al servizio di Frontex, con a bordo i 416 superstiti – tra cui 45 donne e tre minori – soccorsi al largo della Libia dal pattugliatore della Marina Militare italiana Cigala Fulgosi. Sulla nave ci saranno anche le quaranta vittime, tutti uomini, morti soffocati nella stiva per aver inalato gas di scarico.
«In Comune – ha detto il Sindaco – abbiamo subito organizzato stamani una riunione con tutti gli assessori e i funzionari competenti, in costante contatto con la Prefettura e le forze dell’Ordine per organizzare al meglio l’accoglienza, coordinando anche gli interventi con l’Autorità portuale e il lavoro delle tante associazioni di volontariato che rappresentano il nostro punto di forza. Per martedì, inoltre, ho proclamato il lutto cittadino per quest’ennesima tragedia che tocca il cuore dei Catanesi».
Il Sindaco ha sottolineato come vera commozione abbia suscitato il particolare che nella stiva si trovassero i capi delle famiglie che non avevano abbastanza soldi per pagarsi un posto sul ponte e avevano preferito lasciarlo alle proprie donne e ai figli. Una modalità che ricorda le tragedie della seconda guerra mondiale e che l’Europa ha il dovere di contrastare, come impone la nostra tradizione di umanità e solidarietà, senza inutili egoismi. A questi corpi sarà data sepoltura così come avvenuto per le vittime del naufragio del maggio del 2014 a Lampedusa, per le quali venne realizzato un mausoleo nel cimitero di Catania, con un monumento realizzato dagli allievi dell’Accademia delle Belle Arti – su ogni tomba senza nome sta un verso della poesia, ‘Migrazioni’, del premio Nobel africano Wole Soyinka – e quelle della tragedia del mare del 18 aprile di quest’anno.
«L’Europa – ha concluso Bianco – sta cominciando a fare qualcosa per fronteggiare il dramma epocale delle migrazioni dall’Africa, e la presenza di Frontex a Catania ne è la dimostrazione. Ora però occorre muoversi anche a livello politico e diplomatico. Catania sta facendo come sempre la propria parte, ma occorre che tutti si impegnino ancora di più».