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«Sul Muos di Niscemi ci saranno novità…» La Difesa cambia linea con Usa?

Di Mario Barresi |

Francofonte (Siracusa) – Nonostante la stanchezza – siamo nel tragitto fra Scordia e Francofonte, penultima delle 12 massacranti tappa del disaster-tour in Sicilia – Luigi Di Maio riesce a ridere a questa battuta di un portavoce siciliano: «’Nchia, Luigi, ‘sta cosa del Muos non la dovevi dire: Giancarlo sta partendo per l’America, se quelli s’incazzano lo tengono in ostaggio alla Casa Bianca…». Il leader del M5S ride di gusto. E risponde con prontezza: «Ragazzi, non vi preoccupate. Conte è diventato molto amico di Trump: se ci sono problemi, mandiamo lui a liberare Gianca’…». Il riferimento è all’“International Visitor Leadership Program”, organizzato dal Dipartimento di Stato degli Usa, che vede fra gli ospiti (è partito ieri sera, tornerà il 7 novembre) il vicepresidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, come “osservatore” delle elezioni di Midterm negli Stati Uniti.

Ma il siparietto, soprattutto, arriva qualche minuto dopo la risposta di Di Maio ai giornalisti che a Scordia gli chiedono del Muos di Niscemi: «Nei prossimi giorni ci saranno novità…». Senza aggiungere altro.

Il non detto è un lavoro preparatorio che dura da qualche settimana sull’asse Palermo-Roma. In prima linea il deputato regionale Giampiero Trizzino e il parlamentare Gianluca Rizzo, membro della commissione Difesa alla Camera. Le «novità» evocate da Di Maio sono legate a un cambio di strategia (innanzitutto giudiziaria, poi si vedrà anche se politico-diplomatica) del governo gialloverde rispetto al contestato sistema satellitare impiantato dagli Usa a Niscemi, più volte oggetto di interventi a Bruxelles dell’eurodeputato Ignazio Corrao.

Proprio negli scorsi giorni c’era stata una presa di posizione da parte dei No Muos, che non hanno mai smesso di lottare neanche dopo che gli americani hanno premuto il tasto “start” sulle parabole che completano il complesso reticolo di telecomunicazioni globalizzate. «E allora il Movimento 5 stelle?», la provocazione degli attivisti con un ritornello social di solito riferito al Pd. Segue accusa precisa: «Nonostante siano passati sette mesi dall’insediamento il nuovo esecutivo non solo non ha mosso un dito contro il Muos, ma in piena continuità con il governo precedente sta perseguendo un piano autorizzativo che prevede nuovi lavori presso la base di Niscemi». In allegato un vecchio post di Trizzino, fra i più ostili al Muos nel M5S, in cui si lanciavano strali contro i dem al governo. È vero: adesso al governo ci sono i grillini. E si dà il caso che il ministro della Difesa sia la pentastellata Elisabetta Trenta. Così, in un momento storico in cui Di Maio è pressato dall’ala ambientalista dal movimento che protesta per il via libera alla Tap («Non ci sono alternative», perché «ci sono penali per quasi venti miliardi di euro», ha detto a Scordia), la svolta sul Muos è una risposta necessaria.

Ma quale? Il 14 novembre il Cga siciliano dovrà di nuovo pronunciarsi su una propria sentenza che ribaltò quella del Tar, il quale aveva dichiarato “abusivo” il Muos. L’Avvocatura dello Stato ha chiesto il rigetto dell’istanza presentata dai legali del comitato No Muos. E un passo indietro rispetto a questa strategia potrebbe essere un primo segnale. A cui magari far seguire lo stop ai nuovi lavori e la contestuale istituzione di una commissione speciale d’inchiesta. Troppo poco per una svolta storica sul Muos? «Ancora manca un tassello», dice chi a Palermo ha lavorato sul dossier. Ma il messaggio di Di Maio è arrivato. Forte e chiaro. Anche agli alleati americani.

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