CALTANISSETTA – Spese “folli” con la carta di credito dell’Ato Ambiente Cl 1 ed un conto da saldare per l’ex presidente Giuseppe Cimino, 68 anni, nei confronti dell’ente che ha gestito. A pronunciarsi, dopo le sentenze del Gup di Caltanissetta e della Corte d’Appello, sono stati i giudici della Corte dei Conti di Palermo i quali hanno condannato Cimino a pagare oltre 72 mila euro all’Ato Cl1, per la precisione 31 mila per il rimborso delle spese sostenute con la carta di credito, 41 per il danno all’immagine.
Dopo la condanna a tre anni in Appello (passata in giudicato) adesso un nuovo “grattacapo” per Giuseppe Cimino, ma questa volta i giudici puntano direttamente al suo denaro. Quello che l’ex presidente non aveva “toccato” per le spese effettuate per acquistare profumi, borse anche griffate e costose, perché utilizzava la carta di credito dell’ente. E poi ci sono tutti quei prelievi effettuati in banca senza avere “pezze d’appoggio”, quindi quei soldi sarebbero stati utilizzati per scopi personali. E nel lungo elenco delle spese effettuate nel tempo c’erano anche pranzi e cene al ristorante.
Nell’andare a stabilire i risarcimenti i giudici contabili hanno richiesto anche la rivalutazione monetaria ed il calcolo degli interessi, ma è stata stralciata la somma di 20 mila euro stabilita dal Gup quale provvisionale nei confronti dell’Ato Cl1. È vero che la sentenza non è definitiva, quindi Cimino può presentare appello alla Corte dei Conti, ma è anche vero che l’ex presidente non si è presentato in udienza e che già la sua responsabilità penale è stata dichiarata. Con sentenza a tre anni per peculato, passata in giudicato.