Caltanissetta – «In questo momento siamo almeno in 80 nel Pronto Soccorso del “Sant’Elia”, direttamente interessati ad una prestazione medica o accompagnatori, e siamo tutti esasperati perché ci rendiamo conto che il personale in servizio (due medici e alcuni infermieri) sta comunque dando il massimo della propria professionalità per fare fronte alla massiccia richiesta di intervento da parte degli utenti. Constatiamo anche che le prestazioni mediche vengono fornite con perizia, ma siamo arrabbiatissimi perché stiamo anche verificando che i tempi di attesa sono tremendamente lunghi, tali da spingere molti di noi a perdere la pazienza e a rischiare di considerare il personale medico e infermieristico causa principale del disservizio. Invece loro non hanno colpa, sono lodevoli. Il loro lavoro si concentra in un salone dove ci sono due lettighe e due tendoni in plastica che vengono utilizzati da divisori. Alla faccia della privacy. Tutti i lettini e le sedie nella astanteria sono occupati, tutto procede con esasperante lentezza. Abbiamo l’impressione di essere in un ospedale di Beirut»: la telefonata è arrivata ieri sera in redazione e lo sfogo prodotto dal cittadino-utente è tutto d’un fiato, senza pause. A sfogarsi, arrabbiatissimo, è Peppuccio Anzalone il quale dall’altro capo del telefono fa la… radiocronaca di quello che sta accadendo al Pronto Soccorso dell’ospedale. «Mi ribello – dice Anzalone – a pensare che nel nostro ospedale, ormai punto di riferimento di un bacino sempre più ampio, i medici e gli infermieri debbano lavorare in queste condizioni. Chi è ai vertici dell’Azienda sanitaria dovrebbe smetterla, ogni volta che viene chiamato in causa per affrontare questo problema, di annunciare che è imminente un intervento per migliorare le condizioni ambientali del Pronto Soccorso del nostro ospedale, che il personale verrà presto potenziato e che, di conseguenza, per gli utenti la situazione migliorerà di molto. Un ritornello che mi è capitato sentire più volte in passato. Parole, promesse, ma intanto la situazione è sempre la stessa. In questo momento sto anche vedendo i barellieri delle ambulanze bloccati, perché non possono ritirare le lettighe con le quali hanno accompagnato qui le persone alle quali avevano prestato assistenza».