Sistema migranti, ecco come la gang frodava le pubbliche amministrazioni

Di Redazione / 11 Dicembre 2018

GELA (CALTANISSETTA) – Ecco come frodavano i dodici componenti della gang che avrebbero realizzato un sistema per frodare le amministrazioni con l’assistenza sui migranti.

Il cibo era poco e scadente, alcune volte avariato, i letti erano infestati da pulci, e l’abbigliamento fornito ai migranti era inadeguato per le condizioni metereologiche.

L’estorsione. Ad un migrante Pietro Biondi e Clara Favatella avrebbero chiesto la somma di 400 euro, in cambio il giovane avrebbe ricevuto un contratto di lavoro per una delle tante cooperative da loro gestite. Rapporto di lavoro che avrebbe consentito al giovane di ottenere il permesso di soggiorno e, quindi, la possibilità di rimanere in Italia evitando, di fatto, la sicura espulsione dal territorio Italiano. 

L’indagine. Secondo le Procure di Gela e Catania il gruppo risparmiava sulle spese di gestione allo scopo di «accumulare, massimizzandoli, i profitti economici che, poi, venivano reinvestiti in altre lucrose attività imprenditoriali». Le irregolarità non venivano certificate o non venivano comminate le sanzioni grazie alla collaborazione dei due dipendenti dell’Inps che in cambio avrebbero ottenuto maggiori entrate per familiari che lavoravano per le cooperative o l’assunzione della moglie.

Il sistema. L’organizzazione, secondo l’accusa, era promossa dal catanese Pietro Marino Biondi e dalla gelese Gemma Iapichello (entrambi in carcere), che avrebbero creato un vero e proprio ‘sistemà, realizzando, accusa la Procura, «una commistione tra controllore e controllato, circostanze dalle quali il sistema anche corruttivo traeva considerevoli vantaggi.

Gli altri indagati. Arresti domiciliari per Kasia Chylewska di 38 anni, Natale di Franca di 59 anni, Paolo Duca di 40, Clara Favatella di 36, Giuseppina Foti di 46, Alessandro Giannone di 35, Giuseppe Palumbo 61 anni, Liliana Pasqualino di 55 anni, Francesca Politi di 33 anni e Francesca Ventimiglia di 58 anni.

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