Sicilia a secco: città con rubinetti asciutti da 42 giorni e laghi scomparsi

Di Alfredo Pecoraro / 22 Luglio 2024

L’estate afosa con punte di 40 gradi da almeno due settimane sta aggravando, com’era prevedibile, il problema della siccità in Sicilia, con le zone dell’entroterra sempre più assetate: manca l’acqua nelle abitazioni e manca quella per l’irrigazione dei campi con gravi danni per l’agricoltura e per gli allevamenti.

Dopo le immagini del lago di Pergusa (Enna) ridotto quasi a una pozzanghera, le riprese video dall’alto mostrano i terreni aridi negli alvei del lago Rosamarina e del Fanaco, entrambi nella provincia di Palermo, e del lago artificiale dell’Ogliastro, tra Enna e Catania. Tra le provincie più colpite ci sono Caltanissetta e Agrigento, dove è ricomparso il fenomeno del mercato nero dell’acqua, con le autobotti illegali che riforniscono i cittadini esasperati e il business delle cisterne piazzate sui tetti delle case.
Nel pomeriggio a Caltanissetta, in piazza Garibaldi, s’è riunito il presidio del comitato «Vogliamo l’acqua», su iniziativa di uno dei residenti di contrada Niscima, Sergio Cirlinci: qui l’acqua non arriva da 42 giorni. Molti sono ormai costretti a servirsi dalle autobotti che non sempre sono disponibili e hanno aumentato i costi. Per proprietari di bar e ristoratori il servizio costa da 250 a 400 euro al mese. “L’iniziativa – spiega Cirlinci – è il tentativo, l’ennesimo, di fare squadra e cercare di dare una spinta per cercare di attenuare i disagi odierni e futuri».

Ad Agrigento il comitato «Vogliamo l’acqua» e il cartello sociale della città dei Templi hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella evidenziando i gravissimi disagi della popolazione e il disappunto «per non avere preso», chi di competenza, «le dovute decisioni per tempo». Nella missiva si chiede l’intervento del Genio militare e della Protezione civile, oltre a misure economiche immediate per superare la crisi. La lettera è stata sottoscritta da 1.400 cittadini. In città l’acqua viene erogata ogni 15 giorni, mentre a Ravanusa si è arrivati anche a turni di distribuzione di 20 giorni. Il sindaco Franco Micciché, parlando «della peggiore emergenza idrica degli ultimi anni», ha firmato un’ordinanza che invita a non sprecare acqua per il lavaggio di marciapiedi e piazzali, per pulire auto, per innaffiare orti e giardini e per alimentare fontane ornamentali, vasche e piscine. E ha persino dato l’ok a circolare alle autobotti non autorizzate per conto terzi, purché sia acqua prelevata nei punti di approvvigionamento di Aica, la società di gestione idrica.

Nel trapanese c’è chi attende ore per un pò d’acqua per poi andare via senza alcuna possibilità di averla a causa delle tubature rotte. «È la storia di ordinaria follia che vivono gli agricoltori costretti a mettersi in fila davanti al cancello del consorzio di bonifica Trapani 1, addirittura dalla notte», denuncia Coldiretti Sicilia. «Il rito arcaico per la prenotazione delle irrigazioni nelle zone di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano si basa sulla presenza e così agricoltori sono costretti a stare ore ed ore accampati per poi tornare in campagna delusi – spiega Coldiretti -. La situazione è paradossale perché la condotta principale che dal lago Arancio porta l’acqua è piena di buchi».
Oggi a Palermo sarebbe dovuta scattare la turnazione in alcuni quartieri per l’erogazione dell’acqua potabile, secondo quanto aveva comunicato la scorsa settimana l’Amap, l’azienda che gestisce il servizio. Ma l’intervento del governatore Renato Schifani, che aveva criticato l’azienda per non avere interloquito con la cabina di regia istituita dalla Presidenza della Regione, ha indotto il sindaco Roberto Lagalla a stoppare l’Amap per concordare le azioni con l’organismo regionale anti-crisi che si dovrebbe riunire entro le prossime 72 ore.

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Pubblicato da:
Carmela Marino
Tag: siccità