Caltanissetta
Riesi, svolta nell’inchiesta sul delitto Fiandaca: 5 arresti e perquisizioni
Svolta nell’inchiesta per l’omicidio di Salvatore Fiandaca, avvenuto a Riesi lo scorso 13 febbraio. I Carabinieri del Comando Provinciale di Caltanissetta stanno eseguendo cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP presso il Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di cinque persone.
Sono anche in corso ulteriori perquisizioni domiciliari finalizzate “alla ricerca di armi e stupefacenti” che vedono impiegati circa 60 Carabinieri del Comando Provinciale di Caltanissetta, dello Squadrone Carabinieri Cacciatori “Sicilia” e del Nucleo Cinofili di Palermo.
Sono nomi già finiti in atti di indagini e processi quelli di alcuni dei cinque arrestati dai carabinieri in quanto accusati di avere preso parte, con ruoli diversi, all’omicidio dell’operaio riesino Salvatore Fiandaca. Si tratta di Loris Cristian Leonardi accusato di aver fornito l’arma dell’omicidio, Michael Castorina 29 anni ritenuto l’esecutore dell’omicidio, Pino Bartoli di 31 anni, Giuseppe Santino (inteso “Lucignolo” di 30 anni e Gaetano Di Martino 35 anni.
Le indagini. Dopo l’omicidio avvenuto in contrada Cipolla, a Riesi, è Pino Bartoli, ritenuto il mandante e l’accompagnatore di Fiandaca sul luogo dell’omicidio, a chiedere l’intervento dei soccorsi. Il suo racconto, però, non convince i Carabinieri i quali iniziano ad indagare e ricostruire i suoi movimenti. Dalle registrazioni dell’impianto di video sorveglianza Bartoli, la mattina dell’omicidio, indossava un giubbotto che nel pomeriggio – quando ha chiesto aiuto – non aveva più con sé.
Il movente. Alla base dell’episodio di sangue ci sarebbe la supremazia nel mercato illegale dello spaccio di sostanze stupefacenti sia leggere che pesanti.
Le intercettazioni. Due “confessioni” sono state ascoltate dai militari che sull’omicidio Fiandaca hanno avviato le indagini. Una prima “confessione”, seppur indiretta l’hanno captata mentre uno si sfogava a telefono e raccontava le fasi dell’omicidio. Ma agli inquirenti servivano maggior riscontri che sono giunti, in un secondo momento, da Loris Cristian Leonardi. Lui, che avrebbe ceduto il fucile per l’omicidio, durante un colloquio in carcere con la compagna le avrebbe confidato il suo coinvolgimento nel delitto. Il fucile, però, non è stato trovato perché ridotto in tanti pezzi e poi sepolti in campagna.
L’omicidio. A premere il grilletto sarebbe Michael Castorina, di 29 anni, mentre Gaetano Di Martino, 35 anni, e Giuseppe Santino, 20 anni, sarebbero coloro i quali avrebbero garantito supporto logistico al gruppo di fuoco. Sono stati gli accertamenti del Ris di Messina ad accertare la presenza di Santino in contrada Cipolla. Nel luogo dell’omicidio, infatti, sono state trovate diverse cicche di sigarette il cui Dna sarebbe di Santino.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA