RIESI (CALTANISSETTA) – Ergastolo confermato per Stefano Di Francesco, l’imprenditore riesino che il 9 gennaio del 2012 ha ucciso il figlio minore Piero, di 32 anni. L’omicidio è avvenuto in contrada Bannuto dove aveva sede l’impresa di famiglia, cioè la Tecnoambiente.
La confessione sulla tomba. All’identificazione del “padre killer” i Carabinieri sono giunti dopo aver piazzato sulla lapide della vittima le cimici. «Ah, che ti ha fatto tuo padre?» ha detto Di Francesco senior mentre portava i fiori al figlio. E poi ha aggiunto: «Fu un colpo solo per difendermi, mi pareva che eri partito per me, dovevo fare morire tutti e ci hanno fatto ammazzare tra di noi».
I gradi di giudizio. L’imprenditore Di Francesco, arrestato nel luglio del 2014, è stato condannato all’ergastolo sia dalla Corte d’Assise di Caltanissetta, sia dalla Corte d’Assise d’Appello. Sentenza ieri confermata dalla Corte di Cassazione.
Il movente. L’omicidio avvenne di mattina. L’imprenditore Stefano Di Francesco ha avuto una violenta discussione con il figlio Piero. Il giovane poi è stato colpito alla testa con un oggetto contundente (mai trovato) e poi fu caricato su una vecchia vettura in sosta in aperta campagna. L’auto, poi, venne incendiata e sulla quale venne buttata un po’ di terra con l’escavatore per far spegnere le fiamme. Ma per Piero Di Francesco, ormai, non c’era più nulla da fare. Dopo sei anni dall’omicidio c’è la sentenza definitiva per il padre Stefano.