GELA (CALTANISSETTA) – La notizia del dissequestro della base americana di telecomunicazioni satellitari, Muos, nella sughereta di Niscemi, disposto dal tribunale del riesame di Catania, ha colto di sorpresa politici, attivisti e semplici cittadini niscemesi, riaccendendo i timori mai sopiti per gli effetti che l’elettromagnetismo potrebbe avere sulla salute della gente. Tuttavia, la risposta è univoca: «Non ci fermeranno e non ci fermeremo».
Per il sindaco, Francesco La Rosa, è «un fulmine a ciel sereno alla vigilia della festa della patrona, Santa Maria del Bosco». Per il coordinatore regionale dei comitati No Muos della Sicilia, Salvatore Giordano, «sul piano politico, sorprende la celerità con cui il riesame si allinea alle esigenze del governo che appoggia gli Usa nei suoi raid in Libia. «Sul piano giuridico – spiega – la motivazione del dissequestro non regge perché non si può definire legittima una struttura realizzata in un’area dove vige l’ordine assoluto di inedificabilità». Giordano annuncia ricorso in cassazione. Ricorso che il coordinatore degli attivisti No Muos di Niscemi, Fabio D’Alessandro, spera giunga anche dalla procura di Caltagirone. «Dissentiamo dalla interpretazione data dal Riesame di Catania alla sentenza del Cga», puntualizza d’Alessandro. Domenica ci riuniremo a Niscemi per decidere nuove forme di lotta e di protesta».
Il sindaco la Rosa ha annunciato di voler convocare con urgenza «una apposita riunione di giunta alla presenza dell’avvocato del Comune, perché se pensano che la partita è chiusa si sbagliano». “Hanno bocciato le richieste di Legambiente – dice La Rosa – ma dimenticano che c’è ancora in piedi il nostro ricorso contro il Muos, e noi certamente non ci rassegniamo». Anche le «Mamme No Muos», si dicono incredule. «Ingiustizia è fatta», dichiara la coordinatrice regionale, Concetta Gualato. «Per il potere – aggiunge – il popolo non conta. La verificazione del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) circa gli effetti del Muos sulla salute dei cittadini è stata una burla e ora, dopo il dissequestro, possiamo andare via come, un giorno, ci ha consigliato il governatore Crocetta».
«Non vogliamo morire sotto le antenne – aggiunge -. Lasceremo l’area agli americani che hanno bisogno del Muos per i loro bombardamenti sulla Libia e nel Medioriente».