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Il medico sancataldese Aldo Naro “ucciso da più colpi contundenti”

Di Redazione |

PALERMO – Aldo Naro non sarebbe morto a causa di un singolo colpo alla nuca ma a causa di più traumi, violenti e reiterati. Una nuova consulenza medico legale ribalta la tesi dei consulenti della Procura della Repubblica di Palermo secondo cui il giovane medico di San Cataldo, massacrato di botte la notte del 14 febbraio 2015 nella discoteca Goa di Palermo, sarebbe deceduto a seguito del solo calcio sferrato dal minorenne Andrea Balsano.

Nei mesi scorsi i legali della famiglia Naro, gli avvocati Salvatore Falzone e Antonino Falzone, hanno affidato l’incarico di studiare l’esame autoptico al dott. Giuseppe Ragazzi, medico chirurgo specialista in medicina legale, e al dott. Salvatore Cicero, direttore del reparto di neurochirurgia presso l’Ospedale Cannizzaro di Catania.

Ora i consulenti di parte sono giunti alla conclusione che “le lesioni encefaliche non possono essere giustificate da un singolo colpo vibrato alla regione temporale sinistra ma sono frutto di più traumi verificatisi secondo linee di forza che hanno agito sia in direzione antero posteriore, sia postero anteriore, sia latero laterale. La gravità delle lesioni – aggiungono Ragazzi e Cicero – non può essere spiegata con un singolo colpo, il quale peraltro se avesse avuto una elevata vis lesiva, come sostenuto dai Ctu, avrebbe dovuto causare con elevata probabilità anche una frattura ossea sul punto di impatto”.

I due consulenti della famiglia Naro scrivono ancora che “la diffusione dell’emorragia subaracnoidea è ampiamente compatibile con la classica lesione da contraccolpo, non appare riconducibile ad un singolo colpo inferto in senso latero laterale, ma piuttosto a una serie di traumi avvenuti con direzione multipla. È molto verosimile che le lesioni istologiche rilevate al livello del tronco siano il frutto di più traumi diretti, avvenuti in stato di incoscienza, cioè in assenza di tono muscolare conseguente ad un primo trauma”. Per spiegare meglio il concetto, i consulenti ricorrono “all’esempio del KO a seguito di un singolo pugno durante un combattimento pugilistico”. E chiudono con queste parole: “Non capiamo come abbiano potuto i consulenti della Procura della Repubblica ritenere frutto di un solo trauma contusivo lesioni emorragiche tanto diffuse e gravi coinvolgenti tutto l’encefalo sia da un punto di vista macroscopico che microscopico. Una talelesività, viceversa, non può che essere spiegata sulla scorta di traumi portati con violenta reiterazione al livello del capo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA