Caltanissetta – «La vera gioia della vita è potere aiutare le persone in difficoltà, essere loro vicini magari con un sorriso o un semplice gesto di cortesia: ed è quello che provo a fare a Caltanissetta in diversi giorni della settimana, stando accanto a chi ha bisogno o ha la necessità di essere aiutato»: pensieri ed azioni conseguenti di Julia Rabbiolo, una signora tedesca di nascita ma ormai a tutti gli effetti “italianizzata”, avendo sposato un nisseno che le ha dato l’opportunità anni fa di conoscere ed apprezzare la Sicilia. «Ho avuto modo di constatare spesso che sono in tanti a non apprezzare quello che è stato dato loro dalla vita, magari un lavoro importante e una bella famiglia – sottolinea con convinzione – ma vogliono sempre di più: magari più soldi, più prestigio, più fama, e, inseguendo queste cose, rimangono con un senso di vuoto dentro l’anima. Io invece mi accontento di quello che ho e sono felice quando posso dedicare il mio tempo alle persone in difficoltà: e questo è un dono che mi viene dato frequentemente e di cui sono grata».
Nata ad Amburgo 57 anni fa Julia, come la conoscono e la chiamano tutti alla “Casa di Gerico” di don Alessandro Giambra – dove fa volontariato assistendo i poveri della città e alla sede della Croce rossa nissena dove si occupa dei servizi sociali e dove vuole frequentare il corso di Tssa (Trasporto sanitario e soccorso in ambulanza) – è figlia di due genitori tedeschi che durante la Seconda guerra mondiale sono stati profughi, e ha conseguito in Inghilterra una laurea in Economia statale. «I miei, che erano entrambi medici, mi dicevano sempre che tutti noi possiamo perdere dei beni materiali, ma mai quello che riusciamo a mettere dentro il cervello. Mi sono così laureata presentando una tesi con la quale ho approfondito le tematiche sulla povertà nei Paesi del Terzo mondo – racconta – poiché già allora avevo maturato una particolare sensibilità nei confronti delle fasce sociali più deboli, un amore autentico per le persone in condizioni di disagio che non è mai venuto meno».
«Durante il periodo universitario ho provato a fare pure la modella a livello professionale (la signora è molto esile, alta quasi 180 centimetri e ha gli occhi azzurro chiari, ndr) – racconta ancora – e ho pure registrato due video con il gruppo dei Simple Minds, poi finiti gli studi ho fatto la hostess per la Lufthansa. Alla fine sono venuta in Sicilia e la prima volta che sono arrivata qui ho avuto una sensazione negativa, tanto che al mio ritorno in Germania ne ho pure parlato con le mie sorelle Katrin e Franziska. Ma, subito dopo, mi sono ravveduta, ho cominciato ad amare questa regione e coloro che vi abitano, avendo la conferma che le cose non si devono guardare con gli occhi ma con il cuore. Ed il mio cuore è rimasto imprigionato da questa terra meravigliosa e dalle persone che adesso ho imparato a conoscere lavorando anche per conto dell’azienda nissena “Svan” di Giovanni Guarino dove per sette anni mi sono occupata dei rapporti commerciali internazionali. In Germania invece, dove ho lavorato come impiegata per sette anni per conto di aziende private, nessuno ti ringrazia mai per tutto quello che fai o per l’impegno che ci metti. Non è un caso poi ho deciso di venire a Caltanissetta e da un anno ho chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana».
«In Sicilia pratico diverse attività sportive – dice ancora la signora Julia – d’estate vado a Mafria vicino Gela dove faccio kite surf, d’inverno vado a sciare sull’Etna e poi, quando posso, almeno 3-4 volte la settimana, vado a correre in città a Pian del Lago: ed è qui che ho conosciuto don Alessandro Giambra, che mi ha parlato de “La Casa di Gerico” e mi ha chiesto di aiutarlo a fare volontariato. Ed è così che per me è cominciata un’altra vita, quella che adesso posso dedicare alle persone bisognose. Vengo qui a preparare assieme ad altri volontari il pranzo ai poveri e poi servo ai tavoli: fare tutto questo mi rende felice. Qui mi sento serena, le persone ricevono una cortesia e dimostrano di esserti grate, ma non con fare formale come avviene altrove ma con il cuore. Ce ne sono alcune che vivono da sole e che magari vengono all’ora di pranzo per stare in compagnia, per potere parlare con altri e sentirsi così ancora vive. Riuscire a dare loro un poco di conforto è certamente una delle cose più belle fatte in vita mia…».