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Gela, rinvenuta una necropoli arcaica durante i lavori per realizzare una casa

Di Maria Concetta Goldini |

GELA (CALTANISSETTA) – Come in via Di Bartolo, anche nella necropoli in corso di scavo al Lungomare c’è uno spazio dedicato alle sepolture dei bambini. Nel cantiere di costruzione dell’abitazione del signor Alessandro D’Arma, l’archeologo Gianluca Calà, ieri, scavando nell’area della quinta delle sette tombe finora individuate, ha portato alla luce una sepoltura diversa dalle altre già esplorate. Si tratta di un’anfora che sembra di tipo corinzio. Fu aperta alla base per introdurvi il corpicino di un bambino i cui resti ossei sono stati trovati all’interno.

Dalle dimensioni assai ridotte dello scheletro conservato all’interno dell’anfora si può ipotizzare che si possa trattare di un bambino deceduto dopo la nascita e comunque non oltre i primi sei mesi di vita.

A differenza dei defunti adulti che, in quel sito venivano bruciati durante il funerale, questo tipo di rito non veniva, dunque, utilizzato per i bambini. L’infante dell’anfora, come detto, è stato sepolto aprendola alla base e poi chiudendo la stessa.Un tappo di terracotta è stato posto anche sull’orlo dell’anfora. La tipologia di quest’ultimo è identica a quello ritrovato nella necropoli dei bambini in via di Bartolo.

La scoperta dell’anfora impone uno studio accurato prima di arrivare alla sua datazione e la stessa va messa in relazione con le altre tre tombe che sono state già esplorate per intero. L’anfora con il bambino si è conservata intatta per una fortunata coincidenza. Nell’Ottocento, quando sul posto costruirono un edificio, chi scavò non arrivò così in profondità ma si fermò poco prima il livello della tomba. All’epoca non c’erano scavatori e mezzi veloci di scavo per realizzare le fondamenta di una casa.

L’anfora resterà sul posto come le altre sepolture che saranno visibili attraverso una lastra di vetro trasparente. L’indagine archeologica proseguirà nei prossimi giorni con lo scavo di altre due sepolture.

C’è un clima di forte collaborazione tra la Soprintendenza di Caltanissetta e la direzione dei lavori rappresentata dall’arch. Enzo Insalaco. Quest’ultimo in cantiere ha anche dato una mano all’archeologo per i rilievi e ha filmato tutte le fasi delle scoperte per usarle quando il sito sarà fruibile. Il proprietario dell’area passa parte della giornata a seguire gli scavi e non stacca gli occhi dai preziosi rinvenimenti.

Intanto ieri il Soprintendente di Caltanissetta Daniela Vullo ha avviato l’iter per porre il vincolo nel sito, primo passo per il progetto di valorizzazione e fruizione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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