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Gela, il settore edile è in ginocchio

Di Redazione |

Gela (Caltanissetta) – Oltre cento ore di protesta – seppur in forma alternata – ai presìdi di via Generale Cascino e al lungomare Federico II di Svevia. Da tanto i dipendenti della Turco Costruzioni, tra cui i 36 licenziati, stazionano nei due presidi per attirare l’attenzione sul dramma che stanno vivendo: niente Durc per la ditta, niente lavoro all’interno della raffineria e mercoledì la conferma dei licenziamenti che possano lievitare di altre 30 unità nelle prossime settimane.

Una crisi all’interno dell’indotto che ora colpisce il settore edile dopo l’emorragia occupazionale registrata tra i metalmeccanici e gli elettrostrumentali che in questo momento hanno trovato occupazione (con contratti a tempo determinato) nelle società che stanno lavorando per la realizzazione della green raffineria.

Ora a risentire della crisi è il settore edile. In questo momento c’è la vertenza della Turco Costruzioni, tra dieci giorni potrebbe aprirsene un’altra di una società edile.

Nel frattempo la protesta continua ed è fissata per le 9,30 di oggi l’assemblea dell’indotto che si tiene presso la saletta sindacale della raffineria. Un modo come l’altro per evitare tafferugli domattina perché già c’è il timore che molti lavoratori, non interessati dalla vertenza e con contratto a tempo, possano fare pressing per tornare al lavoro dopo aver perduto già due giornate retributive.

Dopo un anno dagli ultimi sit-in di protesta, quindi, torna d’attualità l’argomento indotto tra occupazione perduta e speranza di un lavoro che si sa durerà per un paio di anni ancora. In questi quattro giorni di protesta nessuna solidarietà della politica, ieri la prima reazione di “Noi con l’Italia” con Ennio Di Pietro il quale auspica una rapida soluzione della questione grazie all’impegno di tutte le parti sociali coinvolte, dal datore di lavoro ai vertici Eni alla Prefettura all’amministrazione comunale al consiglio comunale ai sindacati: «Dalla firma del protocollo ad oggi abbiamo assistito solo ad un inesorabile declino socio economico – dice Di Pietro – Serve un’accelerazione della chiusura dell’accordo di programma per ridare speranza alla nostra comunità.

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