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Gela e il nodo rifiuti, «La città non sarà la pattumiera di mezza Sicilia, compensazioni già previste»

Rassicurazioni sulla discarica di Timpazzo. Di Paola: «Royalties al territorio»

Di Maria Concetta Goldini |

I rifiuti come l’estrazione del gas: i territori che ospitano attività ad alto impatto ambientale per far fronte ad esigenze nazionali e regionali devono ricevere in compensazione delle royalties: parte dal “caso Gela” il vicepresidente vicario dell’Ars, Nuccio Di Paola, per annunciare una sua iniziativa parlamentare sul modello di quella che nel 2023 ha portato la Regione a riconoscere una quota delle royalties versate da Eni per sfruttare i giacimenti Argo e Cassiopea ai Comuni costieri nei cui territori insistono i giacimenti. Prima di allora le royalties sui giacimenti marini finivano nelle casse dello Stato e della Regione. La levata di scudi delle rappresentanze di Gela, Butera, Licata ha portato al risultato di ottenere compensazioni che secondo un primo calcolo sommario si aggirano complessivamente sui 15 milioni annui.

«Lo stesso principio deve valere per le discariche di rifiuti – dice il deputato – un territorio che ospita una discarica che non serve solo per i suoi abitanti e quelli delle città limitrofe ma per ampie zone di una Regione, deve essere compensato per i disagi ambientali che patisce». Il riferimento è al caso della discarica di Timpazzo che negli anni ha dovuto aprire i cancelli ai rifiuti di mezza Sicilia, dietro ordinanze della Regione per affrontare un’emergenza straordinaria anche di natura igienico-sanitaria e scongiurare un disastro ambientale. Per questo la discarica si è esaurita prima del tempo.Nel dibattito innescatosi a Gela sul progetto di ampliamento di Timpazzo interviene l’ing. Giovanna Picone, l’amministratore della Impianti Srr che la gestisce e che dà massima disponibilità a fornire al sindaco di Gela e a tutte le forze politiche e tecniche i chiarimenti necessari affinché si comprenda che «questa non è un’operazione che va contro lo sviluppo o la natura ambientale del territorio ma al contrario serve a garantire un processo ecosostenibile e prevede compensazioni». «L’impegno della società – dice l’ing. Picone – dopo le ordinanze della Regione che ci hanno costretto ad accogliere tutti i rifiuti è stato di garantire una vita utile più lunga possibile alla discarica. Ma intanto i Comuni soci hanno potuto conferire rifiuti per due anni a costo zero e adesso ad una tariffa assolutamente irrisoria di circa 50 euro tonnellata».

L’ing. Picone spiega perché non si deve temere che l’ampliamento diventi una nuova possibilità da parte della Regione di utilizzare la discarica per continuare a conferire in emergenza i rifiuti a Gela. «Per ampliare la discarica ci vorranno due, tre anni di lavori – dice – e questo andrebbe a coincidere con la probabile realizzazione dei due termovalorizzatori. È un rischio lontano anche quello che Timpazzo possa raccogliere la piccola percentuale di prodotto residuo che potrebbe essere a valle dei termovalorizzatori. Il territorio nisseno è sempre stato visto all’interno del piano rifiuti come un territorio assolutamente sostenibile e indipendente dalla potenzialità dei due termovalorizzatori». L’amministratore della Impianti Srr sostiene ancora che le due vasche del progetto di ampliamento potrebbero diventare una sola: «Abbiamo dato un incarico per la definizione di tutte le valutazioni di natura ambientale e per inserire anche le opere di compensazione che ci saranno. Quello che si vuole realizzare è un progetto che possa garantire un ciclo di smaltimento di rifiuti sostenibile, che dia ai Comuni la possibilità di conferire presso la propria piattaforma il residuale secco ad un costo veramente quasi zero. Non si veda questo progetto come un deturpamento dell’ambiente. È vero, è un’area protetta, vincolata, ma in cui ci sono già vasche esauste, la terza è in uso e una quarta non può certo inficiare la condizione ambientale del territorio».

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